“Ieri mattina i capigruppo Lorenzini, Frassini, Antola e Rosignoli hanno presentato la Mozione a sostegno della richiesta di decadenza del Presidente del Consiglio Comunale di Sarzana, come previsto dall'art.11 dello Statuto Comunale, nonchè dall'art.8 del Regolamento del Consiglio Comunale del Comune di Sarzana.
“Una decisione sofferta ma imposta dalla necessità di riportare la figura del Presidente del Consiglio Comunale alla funzione istituzionale e di garanzia che l'Ordinamento degli Enti Locali gli attribuisce, individuandolo come Primus inter Pares. L’azione presidenziale super partes e quindi assolutamente imparziale è del tutto incompatibile con un'attività ispirata da protagonismo individuale che possa compromettere il ruolo di garanzia del Presidente del Consiglio.
Purtroppo il comportamento del Presidente Mione è da troppo ormai indirizzato in questo senso e non sono serviti richiami al regolamento, al rispetto della sua funzione istituzionale, pervenuti a più riprese sia in Consiglio Comunale che in Conferenza dei capigruppo.
La giurisprudenza ormai più che consolidata afferma che “nei rapporti interorganici con le autorità di governo dell’ente è imprescindibile che il Presidente del Consiglio (provinciale o comunale), quale figura neutra e di garanzia, risulti portatore di una rappresentatività istituzionale, ovvero dell’intero consiglio che lo ha eletto, e quindi tanto della maggioranza quanto della minoranza.”
A Sarzana chi dovrebbe rappresentare il Consiglio Comunale ha pensato fosse corretto fregiarsi della propria carica istituzionale, sottoscrivendo i manifesti di un’assemblea pubblica dallo stesso promossa. Chi dovrebbe garantire il funzionamento dell’organo consiliare ha più volte presentato mozioni non solo decidendo di non allontanarsi dal ruolo di coordinatore del dibattito consigliare facendosi sostituire dal Vicepresidente, ma abusando del proprio ruolo e violando deliberatamente l'art. 58 del regolamento stesso, che stabilisce la durata degli interventi dei consiglieri (10 minuti) e dei capigruppo (15 minuti), sostenendo che lui, in quanto Presidente del Consiglio Comunale, non potesse avere un diritto di parola inferiore a quello dei capigruppo.
È fondamentale sottolineare che gli elementi che motivano la mozione di sfiducia non stanno nell'appartenenza o meno alle posizioni politiche della maggioranza o dell'opposizione, ma risiedono nelle modalità che, in particolare negli ultimi mesi, il Presidente Mione ha scelto di utilizzare per esercitare la propria funzione istituzionale.
Abbiamo aspettato e chiesto più volte che comprendesse che le nostre richieste di rispetto dei regolamenti e della funzione di garante, che avrebbe dovuto assicurare a tutti i consiglieri, erano finalizzate a mantenere equilibrio e considerazione del ruolo istituzionale che egli ricopre. Richieste avanzate quando ancora egli sedeva tra i banchi della maggioranza.
Dopo l’ultimo Consiglio Comunale abbiamo capito che l’attesa è stata vana e pensiamo sia meglio che il Consigliere Mione torni a sedere tra gli altri consiglieri, così che possa esprimersi, come gli altri, nel rispetto delle regole demandando quindi ad un altro consigliere comunale il compito di guidare i lavori del Consiglio Comunale.
Ci assumiamo quindi la responsabilità politica di questa proposta e chiediamo che sia il Consiglio Comunale ad esprimersi e a riappropriarsi del senso delle istituzioni che negli ultimi tempi pare sia venuto meno."