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La Cisl incontra i candidati: molte parole e per ora poca concretezza In evidenza

Di Gianluca Solinas – Sono restati sul vago, chi più chi meno, i candidati sindaci che oggi, nel salone dedicato a San Francesco di Sales nella sede di Tele Liguria Sud, hanno partecipato all’incontro/dibattito organizzato dalla Cisl.


Una lodevole iniziativa che però ha forse risentito di un atteggiamento in fondo comprensibile, la questione infatti è che si va per grandi temi perché loro, (i candidati) non svelano ancora i programmi concreti tenuti segreti o nascosti fino all’ultimo, (per evitare copiature, cosi dicono).


Il risultato è un appiattimento delle posizioni che risultano simili, almeno per molti aspetti.


Affermare qualcosa di contrario al buon senso, (serve lavoro, pulizia, partecipazione, industria, ecologia, cura dell’ambiente), è facile da dirsi ma, come dimostrano le difficoltà che la città attraversa, difficile e complesso da realizzarsi.
Suddivisa per temi, affrontati dai candidati invitati dall’organizzazione sindacale per l’occasione, la partecipata riunione si è aperta con il tema del lavoro e specificatamente sull’industria, il porto, il turismo e l’ambiente alla Spezia.
Sul tema, in rigoroso ordine alfabetico sono intervenuti:


Donatella Del Turco; Lorenzo Forcieri; Giulio Guerri; Massimo Lombardi; Paolo Manfredini; Guido Melley; Pierluigi Peracchini e Cristiano Ruggia. Ospiti di Antonio Carro, segretario provinciale Cisl e Fausto Rossi, giornalista di tele Liguria Sud, che ha moderato l’incontro.


I temi affrontati: dal lavoro declinato fra industria, porto, turismo e ambiente; il waterfront, le crociere ed il molo crociere e l’elettrificazione delle banchine, la sanità con le problematiche delle code infinite, il nuovo ospedale con la difficile transizione in attesa che venga costruito e la questione delle sue dimensioni rispetto al territorio, il decoro urbano, il trasporto pubblico, l’ecosostenibilità dei nuovi aspetti cittadini, dall’industria ai trasporti pubblici, la questione della dismissione e della destinazione dell’area Enel, la necessità della bonifica nel dopo-centrale. Infine la “visione” personale di ogni candidato della città fra 5 anni.


Aspettando la messa in onda dell’intero incontro, possiamo anticipare alcune note di colore:


Donatella Del Turco: Dopo un inizio al rallentatore, dovuto al fatto di essere stata la prima a rompere il ghiaccio, ha definito il suo un programma “aperto” nel senso di sempre partecipato e modificabile dalle esigenze dei cittadini in pieno stile 5 Stelle, ha proseguito acquistando maggiore sicurezza ma restando abbastanza vaga sui contenuti (come gli altri del resto). “Ho sentito finora tante belle idee da persone che hanno già avuto la possibilità di fare molto per questo territorio e non l’hanno fatto. Vorremo un tavolo con la dirigenza Enel per capire quando e come se ne andranno. L’area è di proprietà dell’Enel, bisogna vedere che spazi lascerà alla città. E’ un’area preziosa che va riqualificata con poche persone che fanno tanta intelligenza. Il settore dovrebbe essere quello dell’energia pulita e rinnovabile”.


Lorenzo Forcieri: Ha rappresentato una sorpresa (secondo noi non si è mai distinto per oratoria, almeno finora) perché è apparso convincente e preparato su molti temi, specialmente quelli riguardanti le prospettive su lavoro ed occupazione legate al porto ma anche su sanità e ha parlato delle peculiarità del territorio e delle prospettive di “un lavoro buono” apparendo molto combattivo e anche spiritoso rivendicando i successi ottenuti dalla portualità spezzina.
Un esempio: “Gli ampliamenti del porto verranno realizzati a carico dei terminalisti , l’accordo prevede circa 400 milioni di investimenti per lo più esteri . Altrimenti avremmo dovuto parlare per anni degli investimenti sul porto e per attrarre investimenti è necessario avere credibilità”.


Giulio Guerri: Ha convinto la platea con la sua carica e l’esperienza da “oppositore di razza”, più volte ponendo l’accento sulle mancanze (dal suo punto di vista) della giunta in scadenza e parlando del rapporto da conservare ed incrementare fra città e Marina Militare e ha posto il focus sulla cultura e sul turismo culturale che però non può prescindere da un decoro urbano da rivedere cosi come da rivedere la raccolta dei rifiuti. Elettrificazione delle banchine, bonifiche e valorizzazione della zona collinare e spinta necessaria per la realizzazione della Pontremolese le priorità. “Sul tema del polo della difesa ho avuto la disponibilità, nel caso dovessi diventare sindaco, da parte dell’ammiraglio Nascetti e non credo di poter dare su questo migliori garanzie: ha dimostrato negli anni passati grande competenza, spirito pratico e pragmatico e una grande voglia di mettersi l servizio della città, per valorizzare un rapporto che sul piano sociale, economico e culturale deve essere sempre più sinergico, fra il mondo militare, con le tradizioni che abbiamo nel comparto difesa e non solo, e la città e le se vocazioni di sviluppo”.


Massimo Lombardi: Come da attese, ha messo il faro dei suoi interventi sulle questioni legate al lavoro, alla sanità, alla necessità di ritrovare un rapporto con una città che deve dare possibilità e occasioni di vita dignitosa mettendo la questione occupazione al primo posto. “Lo sviluppo ed il lavoro devono essere armonizzati fra le esigenze dei lavoratori e quelle dei cittadini, solo con una pacificazione fra porto e città si potrà realizzare uno sviluppo sostenibile e duraturo. L’Arsenale deve tornare ad avere un ruolo centrale nell’economia. Compatibilmente con le esigenze della difesa, le aree che non servono devono tornare a disposizione della città”. Ha posto poi l’accento anche sulla bonifica del Golfo e delle aree a terra.


Paolo Manfredini: E' risultato poco incisivo nell’oratoria (forse a causa del suo ruolo di Direttore scolastico che lo fa apparire serio ma distaccato) ma ha declinato con competenza e convinzione (il ruolo di Presidente del Consiglio comunale gli consente di parlare di qualsiasi argomento) le linee generali di un programma politico che appare non sempre in continuità con il passato (almeno sulla partecipazione). Identità, consapevolezza e rispetto sono state le sue parole d’ordine. “La nostra non è una città storica, è una città che deve affidarsi al turismo emozionale riscoprendo la sua identità. Oggi è l’identità il tema che può permettere al turista di fermarsi a lungo sul nostro territorio. C’è da investire di più sul decoro e la pulizia della città, perché quando ricevi un ospite a casa, la casa deve trovarla pulita”, ha affermato.


Guido Melley: Ha convinto, pur restando sulle linee generali. “Smettiamola di litigare, lavoriamo tutti nell’interesse della città. Spezia è ad un bivio, sta a noi fare squadra e cogliere le opportunità. L’ambiente, legato ai temi del lavoro, in questa città è stato sin troppo bistrattato. Dobbiamo ammettere che in questi anni si è perso del tempo e dobbiamo salvaguardare i quartieri che si affacciano su attività industriali, come quelli vicini al porto. I grandi operatori terminalistici della città devono sapere che devono continuare ad investire. Non possiamo più permettere, come avvenuto in passato, che alcune realtà imprenditoriali sfruttino il territorio senza lasciare un valore aggiunto. Per il turismo, ad esempio crocieristico, è necessario trovare ottimi servizi a terra, altrimenti rischiamo di perderlo”.

Pierluigi Peracchini: Afflitto da un abbassamento di voce fastidioso, il candidato del centrodestra è apparso all’inizio sottotono ma si è ripreso nel corso dell’incontro risultando spesso incisivo e combattivo.
“Abbiamo dato una suggestione che è quella di Spezia capitale mondiale degli yacth e della nautica. Secondo noi c’è la necessità di formare direttamente qui i professionisti che andranno a gestire le grandi navi, piene di tecnologia. Così come bisogna portare alla Spezia la manutenzione, oggi fatta all’estero, per favorire il lavoro dei nostri giovani”: con queste parole il candidato del centrodestra ha iniziato i suoi interventi dichiarandosi onorato di partecipare ad un incontro organizzato dal mondo da cui proviene. “C’è bisogno di innovazione perché i nostri competitor sono abituati ad altri numeri . Ci sono vari tipi di turismo, legati allo sport, alla natura, alla storia: ogni ambito necessita di investimenti diversi. Abbiamo già un accordo fra Comune, Regione e Museo navale per fare arrivare il milione e mezzo che manca, relativo al progetto per far sì che il sommergibile venga ospitato al Museo Navale e renderlo così un’attrattiva per la città. Cercheremo anche di raddoppiare la spesa per il sociale in collaborazione con il volontariato. Per quanto riguarda il polo della difesa è necessario incentivare il connubio tra pubblico e privato, comprendendo anche il DLTM e il Polo universitario”. “Noi abbiamo perso l’OTO Melara nel silenzio totale delle istituzioni: una vera follia”.

Cristiano Ruggia: Il candidato del PCI ha posto da subito l’accento sulle problematiche riguardanti il lavoro.
“Centralità del mondo del lavoro e dei lavoratori. Qualcuno recentemente ha detto che i sindacati non servono più, invece secondo noi sono quanto mai necessari per sostenere il mondo del lavoro. Una proposta è la creazione di un Parco della collina perché Spezia è al centro di un sistema ampio, circondato da Parchi che ci dà una straordinaria opportunità legata al turismo escursionistico. La riqualificazione dei sentieri che circondano la città permetterebbe di avere la città collegata con la Val di Magra e la Val di Vara e permetterebbe un turismo sostenibile, legato anche all’enogastronomia, che può dare risultati straordinari. Proporrò la creazione di un unico assessorato che comprenda commercio, cultura e turismo. Il porto deve dialogare con la città, è necessaria la fascia di rispetto e sviluppare le attività portuali parallelamente alla città perchè solo creando un intimo collegamento tra residenza e portualità, si uniscono il tema dell’ambiente e quello dello sviluppo.
Turismo, industria e terziario: chi saprà coniugare questi tre temi farà il bene della città”.


Chiaramente abbiamo qui riportato solo alcuni stralci delle dichiarazioni dei candidati, (fare la telecronaca sarebbe stato tedioso),  un tantino di colore e qualche personale impressione dal punto di vista che guarda alla comunicazione.

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