Questo il comunicato dei residenti, operatori economici e pendolari delle Cinque Terre ricorrenti al TAR:
"Non c'è nessun “spreco di denaro”, come sostiene l'Assessore Berrino, nel fornire un servizio decoroso ai cittadini della Regione. Operatori economici, residenti e pendolari delle Cinque Terre hanno motivato esaurientemente e con toni pacati la decisione di impugnare al TAR della Liguria il Contratto di Servizio firmato tra Regione Liguria e Trenitalia. Meno pacata e molto meno esauriente la risposta invece dell'Assessorato ai Trasporti.
L'Assessore Berrino non ha dato ancora risposte sul fatto che la tariffa maggiorata di 4 euro a tratta, nonché la maggiorazione di 2,40 euro per i treni sostanti nelle Cinque Terre ed il conseguente aumento delle carte parco (passate per quelle giornaliere da 12 a 16 euro) sia ingiustificata ai fini della copertura economica del servizio.
In compenso è arrivata una risposte da Trenitalia, che afferma (Il Secolo XIX del 30 marzo 2017) che “I ricavi li investiamo sul miglioramento della sicurezza delle stazioni” e conferma quindi quanto residenti, operatori economici e pendolari delle Cinque Terre sostengono da oltre un anno: l'aumento della tariffa era ed è ingiustificato per coprire i costi del servizio diversamente da quanto affermato dalla Regione.
La risposta data da Trenitalia è infatti la prova che la tariffa maggiorata ha generato utili superiori ai costi stimati. Peccato che tali utili non sono stati reinvestiti sul territorio delle Cinque Terre in termini di miglior servizio di trasporto: infatti nel periodo invernale le Cinque Terre hanno visto ben 7 treni in meno rispetto agli inverni 2015 e precedenti, costringendo i residenti ad un coprifuoco inaccettabile dalle 8 alle 10 del mattino, in un territorio in cui - l'Assessore sembra dimenticarlo - il treno è l'unico mezzo di trasporto pubblico disponibile.
Per l'Assessore, coprire questi e gli altri “buchi” di servizio sarebbe stato “uno spreco di denaro”!
Ma il problema riguarda tutta la regione, non solo le Cinque Terre, infatti dappertutto sono presenti carenze e “buchi” di orario, da tempo denunciati da numerosi comitati, a Levante come a Ponente come nell'entroterra. A questi comitati, così come alle Cinque Terre, la Regione ha sempre risposto dichiarando “che non ci sono soldi”, nonostante un ulteriore aumento delle tariffe del 5%, inserito nel nuovo contratto di servizio impugnato dai ricorrenti.
Ora: dopo più di un anno dall'introduzione del servizio Cinque Terre Express a tariffa maggiorata, e dopo che viene confermato da Trenitalia stessa che i ricavi ci sono stati, ci viene detto che questi vengono reinvestiti sulla sicurezza delle stazioni della tratta, di competenza però di un'altra società, RFI.
E' plausibile? Oppure siamo di fronte ad un “gioco delle tre carte” rispetto alle risorse disponibili?"
Questa la risposta dell'assessore regionale ai trasporti Gianni Berrino:
"Il servizio Cinque Terre Express, da poco ripartito per il secondo anno consecutivo, ha dato indubbi risultati positivi che anche i detrattori più ostinati non possono negare: con i 46 treni aggiuntivi ai 40 in servizio abbiamo decisamente dato una svolta alla mobilità nei borghi, che già in questi giorni vengono presi letteralmente d'assalto da visitatori di tutto il mondo. Nonostante mi siano attribuite dichiarazioni del tutto false con riferimenti mai fatti a 'sprechi di denaro', sottolineo che il servizio per i residenti, tra Levanto e La Spezia, è gratuito e che l'introduzione della tariffa dei 4 euro, necessaria a coprire il servizio dei 46 treni aggiuntivi, riguarda solo i turisti provenienti da fuori regione. Inoltre, siamo stati costretti ad accettare un aumento delle tariffe ferroviarie ordinarie del 5% per adeguamenti legati all'inflazione, a cui non ci siamo potuti sottrarre, mentre siamo riusciti a strappare la rinuncia, da parte di Trenitalia, a un disavanzo di 15 milioni di euro lasciato dalla precedente amministrazione regionale”.