Brando Benifei, eurodeputato spezzino del Partito Democratico, ha recentemente diffuso via Facebook affermazioni molto forti nei confronti di Lega Nord e Fratelli d’Italia. Ha infatti definito i due partiti “la peggiore destra italiana, razzista, intollerante, divisiva e inconcludente”, scatenando le reazioni degli esponenti del centrodestra, da poco compattatosi sulla candidatura di Pierluigi Peracchini a Sindaco di Spezia.
«La peggiore destra italiana si chiama Matteo Renzi – risponde il consigliere regionale del Carroccio Stefania Pucciarelli – assieme a quanti nel suo partito parlano di democrazia e allo stesso tempo si sottomettono alla dittatura finanziaria dell’Europa tedesca. Siamo stanchi delle solite frasi vuote di significato che gli esponenti del PD utilizzano contro la Lega in assenza di argomentazioni valide. È il caso che Benifei scenda dal piedistallo su cui è salito e abbandoni la retorica radical chic con cui si permette di giudicare il nostro operato. Piuttosto impari da noi il buongoverno – incalza la leghista – quello che il suo partito non ha mai saputo fare portando la nostra regione nelle secche di una crisi sociale ed economica senza precedenti. Mi rendo conto che sia difficile per lui valutare con imparzialità la situazione del territorio ligure, nel quale raramente lo si è visto presente se non per qualche comparsata. Capisco anche la preoccupazione del giovane rappresentante PD per le divisioni interne al suo partito. Ma non è demonizzando gli avversari politici con parole retoriche ed infamanti che la sinistra occulterà le sue crisi interne e le gravi mancanze amministrative di cui è responsabile. Oggi il PD preferisce gli extracomunitari e gli scafisti ai lavoratori italiani. La Lega rimane invece schierata dalla parte degli ultimi. Questo è un dato di fatto, e chi grida al razzismo dimostra soltanto di non avere capito nulla della situazione in cui versa il nostro Paese. Quello che rimane della ex sinistra italiana è ormai una classe politica che ha come uniche caratteristiche distintive l'arroganza e la distanza dai bisogni reali dei cittadini».