"Da tempo segnaliamo le nostre perplessità sulla riambientalizzazione dell'area sopportando, spesso, le accuse di essere dei visionari e di alimentare paure del tutto immotivate per trarne, forse, un qualche vantaggio di visibilità o per farne facile questione di propaganda.
Accuse che oggi, a seguito del sequestro della cava della Brina, ad opera dei Carabinieri, e delle indagini della magistratura, giriamo, con ancor più forza al mittente non certo con gioia ma sicuramente con amarezza e preoccupazione.
Assieme a Pietro Serarcangeli, fin da subito, abbiamo sollevato il problema non tanto del mancato rispetto delle regole nella conduzione dei lavori, prerogativa non certo della politica ma delle autorità competenti, ad iniziare proprio dalla stessa ARPAL, ma soprattutto della scarsa trasparenza su un cantiere importante sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista idrogeologico.
Innanzitutto i cittadini avrebbero il diritto di poter accedere, anche in via telematica, attraverso l'apertura nel sito web di una apposita sezione, a tutta la documentazione, specie quella relativa alle analisi condotte, puntualmente aggiornata, sulla Brina.
Una Commissione Consiliare politica, poi, come quella che è stata prevista dalla passata Amministrazione ed avviata dal Comune di Santo Stefano e non supportata da un adeguato ausilio tecnico non può certo essere sufficiente ed adeguata alla portata del cantiere e alle conseguenze che, a quanto pare, non erano state previste, ne' ipotizzate nell'attivita' della Commissione stessa.
Nel Dicembre 2016 presentammo un'interrogazione in Consiglio Regionale per richiedere se fossero emersi dai campionamenti ARPAL o dalle relazioni semestrali, delle irregolarità o delle incongruenze con la tipologia di materiale ammesso nelle operazioni di riambientalizzazione della Cava della Brina, vista anche la sua prospicenza con una area S.I.C.
La risposta fu che non si rilevavano sospette violazioni, ne' criticita' tali da dover sottoporre la situazione a sorveglianza speciale e che dalla nota di ARPAL n. 32269 del 1 Dicembre 2016 si evinceva come dai campionamenti effettuati non si rilevassero "irregolarita' e/o problematiche in merito agli interventi di riqualificazione effettuati".
Tutto cio' alla luce delle notizie odierne, solleva dubbi ai quali pretendiamo vengano date risposte immediate e certe a seguito di indagine interna sull'origine di quei dati che, ad oggi e salvo sviluppi imprevedibili, sembrano non rispecchiare la realta'.
Sarebbe molto grave se i dati rilevati da ARPAL e/o la loro interpretazione non fossero piu' da considerarsi attendibili".
Francesco Battistini
Consigliere Regionale – Libera-Mente Liguria