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Giorno del Ricordo, caos in consiglio comunale: il PD lascia l’aula. Le opposizioni: “Vergognatevi” In evidenza

di Gabriele Cocchi – Le opposizioni respingono l'urgenza della mozione di solidarietà al Sindaco riguardo all'episodio accaduto quattro giorni fa. Il gruppo del PD abbandona l'aula in segno di protesta. Le opposizioni insorgono: "Siete dei buffoni".

Non si placano le tensioni in seguito al consiglio comunale straordinario di venerdì scorso in Sala Dante - in occasione della commemorazione dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati – in cui Armenio Amorino (candidato in passato nelle liste di CasaPound alla Spezia), chiamato a parlare sul palco dagli organizzatori dell'evento, aveva ringraziato pubblicamente la stessa CasaPound, che "tutti gli anni porta dei fiori nella piazzetta dei martiri delle foibe" (leggi qui). Il Sindaco Massimo Federici, dopo essersi tolto la fascia tricolore, aveva abbandonato l'aula in segno di dissociazione dalle parole di Amorino.

Ieri sera, durante la consueta assise di Palazzo Civico, la vicenda è nuovamente salita agli onori della cronaca, in seguito alla presentazione, da parte del Partito Democratico, di una mozione urgente in segno di solidarietà a Federici.
"Abbiamo deciso di presentare un documento di solidarietà al Sindaco – ha spiegato il capogruppo del PD Luca Liguori – in merito all'episodio grave e increscioso accaduto in occasione delle celebrazione del Giorno del Ricordo. Episodio che sfregia la memoria di una città dalla storia come quella della Spezia, che è stata premiata per il suo impegno nella Resistenza. Con questa mozione vogliamo esprimere una ferma indignazione rispetto a quanto accaduto".

Pochi minuti e gli animi delle opposizioni già si scaldavano, tra stilettate e puntualizzazioni.
"Sono stato il primo – ha attaccato il consigliere Pietro Antonio Cimino – che si è recato nell'ufficio del Sindaco per esprimergli solidarietà. Questa mozione, se andrà avanti, non farà altro che alimentare quella tensione e quello stato confusionale che ci sono stati nei giorni scorsi. Andare avanti con questo documento non ha nessun senso".

Detto fatto: urgenza della mozione respinta in massa dalle opposizioni (per essere approvata una mozione urgente necessita infatti dei voti dei due terzi dell'assemblea: i voti della maggioranza quindi non sono sufficienti), per il gran sconcerto dei consiglieri di maggioranza, che hanno subito manifestato il loro disappunto con l'intervento dello stesso Liguori, mentre le opposizioni lo apostrofavano sonoramente al grido di "buffone" e "venduto": "Esprimo una protesta simbolica ed invito il mio gruppo (il PD, ndr) ad abbandonare l'aula. Abbiamo chiesto di votare un documento di solidarietà non a Massimo Federici, ma al rappresentante di tutta la città. Questo è un atto molto grave".

Nello scenario più quieto e desolato di un'aula vuota a metà, nel mezzo di un fitto dialogo tra il Presidente del consiglio comunale Paolo Manfredini e la superstite ala destra del parlamentino, le opposizioni non hanno tardato a scagliarsi contro la maggioranza, uscita inopinatamente prima del previsto.
"Noi abbiamo votato solamente contro l'urgenza della mozione di solidarietà – ha tenuto a precisare il gruppo del Movimento 5 Stelle – perché si sono voluti dare la solidarietà da soli, strumentalizzando a loro volta un evento che è già stato strumentalizzato venerdì scorso da quell'esule sul palco. Resta la condanna per il gesto di quel giorno (le parole di Armenio Amorino, ndr), siamo solo contro l'urgenza di questo documento. Anche se adesso – attacca il M5S – questi fanno i compagni e alzano le barricate, ma per anni hanno dimenticato la storia dei polesani e delle foibe".

In un'aula per metà deserta, che secondo il consigliere Giacomo Peserico (Forza Italia) "è stata utilizzata per gran parte della serata a fini di campagna elettorale", arriva l'acceso intervento di Giancarlo Di Vizia (Gruppo Misto): "Non capisco la volontà di esprimere solidarietà al Sindaco - punge Di Vizia - se si fosse trattato di condannare le parole del profugo, avrei votato a favore. Ma cosa c'entra qui il Sindaco? Lui venerdì ha preso e se n'è andato. E io dovrei esprimere solidarietà a chi è scappato? Quell'uomo ha parlato in qualità di esule ed è stato invitato da chi ha organizzato l'evento. Stasera siamo di fronte a una vera e propria sceneggiata! Una sceneggiata politica da far vergognare tutto il consiglio comunale!".

Tra gli inviti a "vergognarsi" rivolti al PD assente, nel mezzo del trambusto generale, cadono inascoltate le parole di Gino De Luca (Area Popolare): "Rimango basito quando sento dire, come ha fatto poco fa il mio collega Bucchioni (Rifondazione Comunista, ndr), che "i fascisti non hanno diritto di parola". Nella Costituzione l'articolo 21 dice che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

 

 

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