Sinistra Italiana, Possibile e Rifondazione Comunista decidono di rispondere con toni altrettanto duri all'uscita di ieri del capogruppo in Regione del Partito Democratico (leggete qui): "Il problema è che il PD nelle telefonate in camera caritatis ci fa pressione ogni giorno perché si riesca ad andare uniti alle elezioni – spiega Michele Fiore di Possibile – Poi arriva Raffaella Paita dicendo che il PD deve avere una vocazione maggioritaria, e questo significa che si dovrà presentare solo alle elezioni".
Avevano suscitato clamore e rischiato di vanificare gli sforzi sovrumani delle ultime settimane di avvicinare sinistra e PD, ieri sera, le parole della dirigente del Partito Democratico ("Deve aver preso un colpo di sole", scherza Jacopo Ricciardi di Rifondazione), che aveva accusato ancora una volta – sulla falsariga delle accuse post-elezioni regionali 2015 - la "sinistra pura" di voler "far vincere la destra o il 5 stelle a Genova e Spezia e consegnare definitivamente il Paese a Lega e Grillo".
"Da qui parte la guerra al nuovo PD – aveva continuato Paita -, alla sua ambizione di essere a vocazione maggioritaria e di interpretare un riformismo coraggioso". A poco è servita la rettifica che poche ore dopo aveva diramato in tutta fretta il consigliere regionale: "Sono per le alleanze ampie e con la sinistra. La mia reazione si riferiva al tema della scissione annunciata da D'Alema, che ritengo un passo completamente sbagliato per il Partito Democratico. In questi mesi ho lavorato per le alleanze e confermo questa mia posizione".
"La smentita è ancora più triste – attacca oggi Massimo Lombardi di Rifondazione Comunista – Si vede chiaramente che non crede in quello che dice: preferisco un avversario sincero a uno che finge. Dire che la sinistra pura fa vincere la destra è una presa per il culo: se le cose per il PD stanno così , tanto vale non aprire nemmeno una discussione".
Il classico esempio di eterogenesi dei fini o un effetto esplicitamente voluto dall'ala paitiana del Partito Democratico? Fatto è che oggi la sinistra spezzina ha convocato la stampa per mettere i paletti in vista delle elezioni e lanciare un chiaro ultimatum al PD: "I rapporti con il Partito Democratico – puntualizza Andrea Ornati di Sinistra Italiana – erano già difficilissimi. L'uscita di ieri di Paita è riuscita persino a peggiorarli ulteriormente: se vogliono che ci sediamo ad un tavolo per discutere esigiamo una chiara presa di distanza da queste dichiarazioni".
"Noi non dimentichiamo quello che è accaduto dopo le regionali del 2015 – aggiunge Michele Fiore -, quelle in cui Raffaella Paita ci ha tacciato di essere responsabili della sua rovinosa sconfitta. Non vogliamo scordare neppure le alleanze di Paita con la destra e l'irregolarità delle primarie del 2015, e neppure le vicende della giunta Federici, a partire dalla crisi di giunta dello scorso marzo. Da quel momento noi della sinistra lavoriamo compattamente e unitariamente sul territorio. Ieri però c'è stata un'escalation di toni che sono sfociati nell'insulto".
Restano anche le divisioni su programma e agenda di governo, sia a livello locale che a livello nazionale: "Su scala nazionale – precisa Fiore – ci dividono tante cose in merito ai contenuti: non a caso il PD governa con Alfano e attua un'agenda di centrodestra".
I contatti esistono da sempre, "ma non si può parlare solo con le minoranze – chiarisce ancora Fiore – Vogliamo capire una volta per tutte se il PD è solo Paita e accoliti. Noi siamo forze politiche coerenti che non si vendono per qualche poltrona di sottogoverno".
Il progetto della sinistra spezzina è dichiarato apertamente: coinvolgere movimenti, associazioni e comitati che negli ultimi anni si sono battuti in prima linea, dai problemi ambientali, passando per il tema della partecipazione, fino al dramma del lavoro precario: "Vogliamo coinvolgere chi ha cercato di occupare il vuoto lasciato dalla politica – continua Fiore – Restiamo anche molto attenti al dibattito interno al M5S e apprezziamo le prese di posizione del consigliere regionale Francesco Battistini contro il verticismo di Grillo anche in Liguria: dal M5S non ci dividono di certo i temi e le proposte, lo dimostra la recente e comune lotta referendaria".
Quanto all'esperienza delle ultime due giunte a guida Federici, la bocciatura è sonora e irrevocabile: "Con l'ultimo sindaco i rapporti in città si sono annientati e abbruttiti, tanto che noi di Rifondazione abbiamo deciso di uscire dalla maggioranza: hanno voluto arrogantemente imbavagliare il dissenso. Vogliamo scardinare questo sistema, questa cappa che soffoca la città, formata dal PD e dal cosiddetto partito degli affari".
E il programma? Quali i punti salienti? "Il tema più urgente – dice Lombardi – è il dramma del lavoro. Poi viene l'ambiente. Noi il programma lo stiamo costruendo insieme ai cittadini, ai comitati e alle associazioni".
La possibilità di svolgere delle primarie (di coalizione?) è esclusa categoricamente dalla sinistra: "Se ci sarà una smentita delle posizioni di Paita, in ogni caso non ci sarà la possibilità di fare le primarie, perché così come sono state fatte fino ad oggi possono essere inquinate". Poi una precisazione che non lascia spazio a fraintendimenti: "La coalizione di centrosinistra è un modello morto e sepolto ormai. Posto che servirà un programma di rottura forte, penso che sarà molto difficile trovare un punto di convergenza con il Partito Democratico".
A precisa domanda, Andrea Ornati esclude che il profilo di un possibile candidato civico sia già stato individuato: "Il tema del candidato arriverà per ultimo, ora bisogna concentrarsi sul programma".
Rispetto invece ai nomi usciti sulla stampa di recente, Lombardi mette le mani avanti: "Mi pare che ultimamente si stiano affacciando troppi manager dell'ultim'ora, venditori di fumo portatori di un civismo solo di facciata".
Siamo ancora alle tattiche preelettorali, ma la sfida all'O.K. Corral in salsa spezzina è già iniziata.