"Nella vicenda Giannini credo ci siano da valutare almeno tre aspetti: uno politico che indurrebbe a votarne la decadenza causata dalla mancata giustificazione delle assenze nei tempi utili; uno umano legato a giustificazioni adotte non per disinteresse nei confronti delle Istituzioni ma da una reale e personale necessità e un altro tecnico.
In qualche modo il consigliere Giannini rappresenta quello spaccato della società italiana costretta a emigrare all'estero alla ricerca di un lavoro.
E' di questi giorni la dichiarazione, irragionevole e insensata, del Ministro Poletti sui giovani costretti a cercare di costruirsi un futuro all'estero, giovani che per necessità e non per scelta abbandonano i loro affetti per scegliere una vita dignitosa.
Le giustificazioni del consigliere Giannini sembrano collocarlo nella stessa condizione. E' un aspetto di cui dobbiamo tener conto.
Sul piano strettamente politico la vicenda evidenzia l'inadeguatezza e l'incapacità politica del Movimento 5 Stelle nel trovare risposte a difficoltà interne ed esterne, come testimoniano le realtà di Parma con Pizzarotti e quella odierna di Roma con Raggi.
C'è poi l'aspetto tecnico previsto dallo Statuto comunale che rimanda a una valutazione da parte dei consiglieri sul merito delle giustificazioni adotte dal consigliere interessato.
Va quindi da sé che in un caso del genere, anche alla luce delle diverse sensibilità espresse nelle sedi appropriate dai singoli componenti del PD, la posizione più appropriata sembra quella di lasciare libertà di coscienza nell'espressione del voto al singolo consigliere".