Obiettivo del questionario anonimo che contiene ventuno domande è fotografare la realtà locale dei nostri giovani, il loro rapporto con le nuove tecnologie e con i social. I risultati verranno analizzati e discussi da esperti e da medici in un convegno dedicato che si terrà a novembre.
"E' la prima indagine di questo tipo che viene svolta sul territorio - spiega l'assessore alle politiche giovanili Beatrice Casini, a cui fa capo l'idea- Si tratta di un progetto in cui crediamo molto perché ci aiuta a capire da vicino il mondo dei giovanissimi, quali sono le loro abitudini quotidiane e il loro modo di relazionarsi con l'altro e la società in cui vivono".
Fra le domande che pone il progetto "Ragazzi digitali. Per un uso consapevole dei nuovi media" ci sono quelle relative al numero di strumenti informatici a disposizione dei giovani, gli orari e i tempi di accesso a internet, ma anche quelle che mirano a capire se tra i "contatti" ci sono anche persone sconosciute, se e quando si fa ricorso alla webcam, quali sono gli argomenti preferiti di cui si tratta sui social. Il sondaggio cerca anche di capire se e quali sono le regole che i genitori hanno imposto ai figli per l'utilizzo di internet e se, alla fine, l'utilizzo dei nuovi media abbia o meno migliorato i rapporti con l'altro o abbia addittura ingenerato dipendenza.
"Il questionario- conclude Casini- è stato elaborato da esperti. E' anche uno strumento di autovalutazione per il ragazzo che lo compila che in questo modo, già da solo, ha la possibilità di ragionare sul suo comportamento e sul suo rapporto con smartphone, tablet e tutto il mondo che vi ruota attorno. È dimostrato e studiato che coloro che soffrono di dipendenza dal cellulare sono per lo più adolescenti. Le persone che si trovano in questo periodo delicato della vita, vale a dire nel momento in cui imparano a vivere il contatto sociale, apprendono come controllare i loro impulsi ed emozioni, utilizzano il cellulare per instaurare, gestire e mantenere i rapporti, con la conseguenza che le relazioni reali si trasformano in relazioni digitali e che le persone non riescono poi a viversi concretamente un rapporto se non veicolando la comunicazione attraverso smartphone e computer. Ecco perché la ricerca vuole comprendere, attraverso un questionario autosomministrato, quanto i giovani utilizzano il cellulare, quanto la fascia di popolazione del nostro campione (alunni del liceo Parentucelli e dell'Istituto Arzelà) sia dipendente ed abbia bisogno quindi di un'attenzione particolare da parte anche delle Istituzioni. Il frutto della ricerca vuole essere restituito al campione definito ed ai loro famigliari. Per l'Amministrazione può essere un utile strumento per comprendere la realtà adolescenziale ed attivare, eventualmente, politiche adeguate".