Come si permette un dipendente pubblico, nonché rappresentante di una delle maggiori società partecipate del governo italiano, di affermare che "il lavoro non è un diritto"?
Certo questa frase non è del tutto una sorpresa, in quanto risulta perfettamente in linea con il pensiero unico renziano e con la tendenza, da parte dei governi degli ultimi 20 anni, a mercificare, svilire e deprecare continuamente la classe lavoratrice.
Inoltre il neo presidente di Promostudi ha pensato bene di offendere, sotto gli occhi del sindaco Federici (che nulla ha avuto da obiettare in merito a tali affermazioni), non solo i giovani alla ricerca di un impiego, ma anche gli studenti che lo cercheranno a breve, bollando di infamia gli studenti fuoricorso.
Proprio un bel modo di incoraggiare il raggiungimento della laurea!
I risultati di queste brillanti pensieri si vedono a occhio nudo, dato che abbiamo la più bassa percentuale di laureati d'Europa.
Il signor Bono si ricordi che spesso, in italia, chi non è figlio di papà non trova un lavoro degno e che, al contrario, chi è laureato viene molte volte costretto a lavori che nulla hanno anche fare col proprio percorso di studi.
Risolva questo, di problema, invece che sputare sentenze.
E si rilegga bene la Costituzione (sì proprio quella che il governo Renzi intende distruggere e che salveremo con una pioggia di No il 4 dicembre prossimo).