Legambiente replica all'Autorità Portuale, che si dichiara trasparente nella gestione dell'affaire dragaggio.
"Come è possibile assolversi quando la documentazione, secondo il nostro giudizio ancora parzialmente, è stata messa online pochi giorni fa?", si domanda il sodalizio ambientalista. In poche parole Legambiente contesta il fatto che da Febbraio, quando c'è stata la morìa di mitili dentro diga foranea, i documenti ufficiali di AP sono comparsi mesi dopo, e a seguito di un tira e molla estenuante. Ma entrando nello specifico, Legambiente non può non rilevare come dagli uffici di Via del Molo si continui a chiamarsi fuori da una vicenda che, se non fosse così logicamente evidente, avrebbe del grottesco. Nella sua relazione, Arpal specifica chiaramente che dal 2007 si è dragato senza creare grossi problemi, ma che, a seguito di modifiche al metodo di dragaggio, ai primi di febbraio si verificarono perdite ingenti e dispersione di fango. Arpal stessa non esclude il dragaggio tra le cause di mortalità dei mitili e degli altri organismi (
qui), per cui non si comprende come possa l'AP chiamarsi fuori apoditticamente.
"Venendo poi allo studio olandese tanto citato sulla dispersione e propagazione dei sedimenti, - spiegano da Legambiente - ricordiamo che questo studio prende in considerazione piccole rotture accidentali con limitate fuoriuscite, mentre nel caso reale si sono verificate dispersioni di fango dovute alla strutturale mancanza e non funzionalità dell'intero sistema di conterminazione come ben descritto dalla sopra citata relazione di Arpal. Cambiano i quantitativi, cambia la durata nel tempo della dispersione e quindi quel modello di dispersione non è più valido. Ma quello che abbiamo chiesto con maggiore enfasi - conclude Legambiente - è stata proprio una pubblicazione dei dati con pubblico contraddittorio, proprio per parlarsi chiaramente.Qualcuno non ha capito o fa finta di non capire". (12 agosto)