Un percorso che ha suscitato grandi aspettative tra i liguri.
Un percorso che, come ogni nuovo inizio, ha visto battute di arresto. Un percorso che non può essere abbandonato per un brutto scambio di mail o per dinamiche e accordi nazionali. La Liguria non può essere una "pedina", ma deve essere protagonista della rinascita della sinistra nel nostro Paese.
I lavoratori delle troppe realtà in crisi nella nostra regione non penso siano interessi al "carteggio" di Don Farinella, ma penso siano più preoccupati del loro futuro. Chi lotta contro il carbone non ha smania di conoscere i veti e i contro veti tra le forze in campo, ma vuole coniugare ambiente, salute e lavoro. Chi non arriva alla fine del mese è preoccupato di come arrivarci e non segue le dinamiche interne alla sinistra... anche perché francamente possono appassionare solo qualche addetto ai lavori. Chi vuole la sanità pubblica, chi chiede una politica pulita e trasparente, chi difende il territorio, chi lotta per il diritto allo studio non è cristallizzato nelle logiche e nei riti della politica, ma attende e pretende delle risposte da una sinistra degna di questo nome.
Lo affermo con la convinzione che tutti dobbiamo fare un passo indietro per farne dieci in avanti. Lo affermo perché sono convinto che aggiungere oggi, a poche settimane dalle elezioni, una candidatura a Presidente oltre a quella già esistente di Giorgio Pagano, su cui converge la parte maggioritaria della sinistra ligure, disorienterebbe sia l'elettorato sia le persone che abbiamo la presunzione di voler rappresentare.
Presentarsi alle urne con due candidati Presidenti sarebbe assolutamente folle e sancirebbe non un nuovo inizio, ma l'ennesima sconfitta della sinistra.