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Cavarra: "Oggi abbiamo una mafia più civile e una società più mafiosa" In evidenza

Intervento di Alessio Cavarra, sindaco di Sarzana, in occasione della presentazione del Rapporto sulla Magia in Liguria, realizzato dalla Fondazione Caponnetto -

E' con vero piacere che saluto e ringrazio Salvatore Calleri, Presidente della Fondazione Caponnetto, con cui mi pregio di avere oramai consolidato un rapporto di collaborazione che vede per il secondo anno la nostra città sede prescelta per la presentazione del rapporto annuale sulla mafia in Liguria.

 

Ringrazio Renato Scalia, responsabile del Centro Studi Pierluigi Vigna, neonato progetto della Fondazione che promuove lo studio e il confronto sulle attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali.

E' poi un piacere avere qui Klaus Davi – che nell'invito abbiamo definito in modo riduttivo "massmediologo" – ma di cui conosciamo tutti il poliedrico impegno su più fronti, e che potremmo perciò definire sociologo, giornalista, imprenditore e saggista.

Saluto il collega Enrico Ioculano, neo-Sindaco di Ventimiglia, che rappresenta il riscatto di un Comune su cui, negli anni passati, si sono addensate le ombre scure della criminalità organizzata.

Un grazie di cuore, infine, al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, che tra i tanti impegni istituzionali – proprio in questi giorni artefice dell'accordo sul DDL anticorruzione – ha voluto essere qui con noi, e che dal suo osservatorio privilegiato ci aiuterà a tirare le fila dell'incontro di oggi.

Introduco brevemente la discussione, per poi passare la parola all'Assessore alla legalità Juri Michelucci, che illustrerà alcune iniziative del Comune.

Permettetemi innazitutto di dire che non è un caso che Sarzana sia ancora una volta il luogo in cui la Fondazione Caponnetto sceglie di presentare il proprio report annuale sulla mafia in Liguria. Mi piace infatti pensare che sia questo un riconoscimento al nostro impegno su un fronte – quello della criminalità organizzata – che si è oramai allargato all'intero Paese, compresa la nostra regione.

Una presa di coscienza che, oramai 3 anni fa, mi ha spinto a promuovere la prima legge regionale che affronta direttamente e apertamente la questione mafia in Liguria.

La mafia al nord non può più essere considerato un fenomeno marginale e circoscritto a specifiche realtà.

Sappiamo infatti come la criminalità organizzata abbia allungato i propri interessi illeciti anche ad ampi settori economici della nostra Regione, aiutata anche da una crisi che ha sensibilmente indebolito il tessuto produttivo e sociale ligure, rendendolo così più esposto ai rischi di contaminazioni malavitose.

Basti ricordare, come esempi, lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei Consigli comunali di Ventimiglia e Bordighera.

Le mafie – con la corruzione e l'illegalità che le accompagnano – sono una malattia endemica che da decenni continua a frenare l'emancipazione del nostro Paese, sia sul piano economico, che su quello socio-culturale. Il Presidente Mattarella ha parlato di "cancro pervasivo che distrugge speranze e calpesta diritti".

Per riaffermare una legalità realmente sentita e duratura, per abbassare l'asticella della tolleranza del malaffare, occorre perciò coltivare nelle nuove generazioni una vera cultura legalitaria.

Paolo Borsellino diceva che "se la gioventù le negherà il consenso, la mafia svanirà come un incubo", mentre l'indimenticato (scrittore siciliano) Gesualdo Bufalino scriveva che "la mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari".

Due modi per dire che la criminalità organizzata si combatte innanzitutto sul piano culturale, inculcando i valori dell'antimafia nelle nuove generazioni e chiamando tutti a raccolta in questa battaglia.

La politica e le istituzioni debbono perciò fare della lotta all'illegalità una priorità assoluta, attraverso la trasparenza e il rigore, facendosi portatrici credibili di una diffusa campagna culturale tra la gente, ponendosi fattivamente al fianco della magistratura nel contrasto all'attività illecita (come ha sollecitato il Capo dello Stato).

Oggi abbiamo una mafia più civile e una società più mafiosa. Abbiamo cioè interi pezzi di società che hanno introiettato i modelli comportamentali mafiosi.

"Se vogliamo combattere efficacemente la mafia – diceva Giovanni Falcone – non dobbiamo trasformarla in un mostro, ma riconoscere che ci assomiglia".

Ecco allora che, accanto a buone leggi, l'impegno civile di personalità come Caponnetto, Falcone e Borsellino, e di molti altri che hanno seguito il loro esempio, il lavoro che questa fondazione porta avanti da diversi anni, sono tutti tasselli con cui dobbiamo ricostruire il mosaico della nostra società sui valori di giustizia, legalità, trasparenza e civismo.

La politica e le istituzioni devono saper coinvolgere i cittadini nella costruzione di questo mosaico, dando innanzitutto il buon esempio, promuovendo la cultura della giustizia e della legalità, sensibilizzando l'opinione pubblica sulle conseguenze che la mafia, la corruzione ed ogni comportamento illecito hanno sulla vita di ciascuno di noi, sul futuro dei nostri figli, sulla crescita del nostro Paese.

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