Secondo il TAR del Lazio il pregiudizio proviene dalla «assoluta incertezza dei criteri applicativi» del decreto «con particolare riguardo a quello dell'altitudine, ben potendo essere assoggettato a imposizione un terreno posto a più di 600 metri in agro di comune collocato notevolmente al di sotto di tale altezza».
"Soddisfazione anche perché come Comune di Levanto - spiega l'assessore Luca Del Bello - non siamo stati a guardare ma appoggiando l'iniziativa di ANCI abbiamo presentato un'ordine del giorno in Consiglio Comunale venerdì 19 dicembre che è stato approvato all'unanimità.
Per esprimere la nostra contrarietà contro una norma ingiusta che penalizzava i tanti proprietari che non traggono nessun profitto da terreni incolti, e contestando il principio altimetrico dei 601 metri che prende a riferimento la Sede comunale.
Aspettiamo di vedere la conclusione il 21 gennaio nella camera di consiglio del TAR del Lazio".