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Controlli sanitari migranti, Pucciarelli (Lega): "Non garantiscono sicurezza"

"Troppi segnali ci arrivano dalla stampa sul fatto che i controlli sanitari effettuati ai migranti che arrivano sul nostro territorio sono insufficienti a garantire la sicurezza dei poliziotti e dei marinai che per primi vi entrano in contatto e per i cittadini nel momento in cui gli stessi sono liberi di circolare". Lo dichiara Stefania Pucciarelli, segretario provinciale della Lega Nord.

"La cronaca di questi giorni - prosegue - parla di 8 marinai  e 5 poliziotti risultati positivi al test sulla TBC. Ho letto del comunicato del Sindacato Autonomo di Polizia che illustra come viene gestito il fenomeno immigrazione e come gli Agenti preposti all'identificazione sono esposti a possibili contagi. Ritengo doveroso che i Prefetti anziché accelerare l'identificazione  predispongano anzitutto i controlli sanitari per le patologie gravi e fino al loro esito non inviino a contatto con il pubblico i soggetti che vi sono stati sottoposti. E' un dato oggettivo che il numero delle persone in arrivo è altissimo a fronte di poco personale sanitario con la conseguenza che dallo sbarco a quando arrivano nelle nostre città e nelle questure per l'identificazione, la gran parte di loro non è stata visitata a sufficienza. Il dipartimento di Pubblica Sicurezza  si è limitato a dire che i militari risultati positivi al tet non sono contagiosi, che avranno ulteriori controlli  e che nella maggior parte dei casi la "loro positivitò alla TBC puo' farsi risalire ad epoca precedente l'espletamento del servizio,verosimilmente anche in età infantile". Forse il Dipartimento dimentica che la TBC  in Italia è sotto controllo da molti anni ,con un'incidenza di 7 casi su 100.000  persone all'anno e delle 7 persone la metà è straniera, quindi è quasi impossibile che i Militari possano avere contratto la malattia al di fuori dell'attuale contesto lavorativo. Il fatto che i militari non siano contagiosi è scontato perché sono solo positivi al test, cioe' sono entrati in contatto con il virus che però ospitano all'interno del proprio corpo  con il pericolo che un giorno o l'altro da positività si possa passare a malattia conclamata, fenomeno che avviene nel 10% dei casi quindi, su 13 potremmo averne  già uno certo. Anziché  affrontare il problema garantendo in primo luogo la sicurezza delle Forze Armate adoperate nelle opere di salvataggio, quelle di Polizia  che si adoperano all'identificazione nelle questure e di tutti i cittadini che si troveranno a contatto con gli immigrati liberi di circolare nel nostro territorio, il Dipartimento per nascondere le responsabilità dello Stato ha banalizzato quello che è un fenomeno che preoccupa moltissime persone".

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