Rifondazione non condivide lo smembramento del Gruppo ACAM e in particolare manifesta la propria contrarietà alla vendita totale di ACAM Gas ed all'ingresso di un socio privato in ACAM Ambiente. Vendere totalmente il settore del gas significa, per i comuni spezzini, rinunciare a un gioiello societario che ogni anno è in grado di distribuire sul territorio oltre 8 milioni di euro in termini di risorse ai comuni e di investimenti.
Ricordiamo che, grazie ad ACAM Gas, ogni anno vengono realizzati importanti investimenti sul territorio che consentono di dare lavoro a ditte del territorio stesso.
Si tenga presente, inoltre, che in ACAM Gas lavorano molti dipendenti rispetto ai quali non vi è alcuna certezza nel futuro in caso di vendita: né per quanto concerne la tenuta dei livelli occupazionali, né per quanto concerne i loro diritti (contratto, organizzazione del lavoro ecc.).
La vendita del gas non è certo quanti milioni porterà, sicuramente molti meno rispetto a quelli che vengono sbandierati: sicuramente l'incasso non sarà sufficiente a ripagare il debito e altrettanto sicuramente questa società, una volta venduta, perderà ogni legame sociale col territorio spezzino.
Gli stessi ragionamenti valgono per ACAM Ambiente.
Anche in questo caso la privatizzazione finirebbe per snaturare le finalità di ACAM Ambiente ed i primi a risentirne sarebbero sicuramente i lavoratori con il rischio di riduzioni occupazionali, peggioramento dei trattamenti contrattuali ecc.
Il problema di ACAM Ambiente e del suo disavanzo non è risolvibile con la privatizzazione, ma con la chiusura del ciclo rifiuti sul territorio spezzino per il quale basterebbe rispettare il piano provinciale dei rifiuti attualmente in vigore e traguardare le migliori strategie di gestione che valorizzino le materie seconde e nuovi settori di investimento (riuso, riparazione, ecc.).
Questo riporterebbe i conti in ordine senza obbligo di svendite ai privati.
Per l'intero Gruppo ACAM
serve un Piano Industriale serio
cosa che noi chiediamo da anni, che assegni ad ogni settore obiettivi di prospettiva industriale per l'azienda e che difenda fino in fondo i livelli occupazionali. Per questo i Comuni non devono più "usare" la loro azienda, ma devono valorizzarla anche attraverso adeguate risorse economiche.
ACAM è BENE COMUNE
In questi anni ne abbiamo sentite di tutti i colori: da colossi privati con soci con sedi legali alle Isole Cayman, a partenariati con presunti imprenditori locali, passando per piani industriali fantasma.
Sosteniamo con forza lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici di ACAM e rilanciamo poche cose, ma chiare, ragionevoli ed imprescindibili per la salvezza della più importante azienda del territorio.
CONTRO ogni speculazione politica, l'ipotesi spacchettamento del gruppo, la svendita di ACAM Gas e Clienti e il ricatto degli istituti di credito.
PER la tutela di tutti i lavoratori e un piano industriale che costituisca una municipalizzata che rispetti il risultato referendario del 12 e13 giugno 2011, che rispetti ed attui il Piano provinciale dei Rifiuti e che adotti la strategia Rifiuti Zero.
PER un investimento serio e lungimirante sul settore energetico con lo sviluppo di fonti rinnovabili, che utilizzi le competenze del gruppo per affrontare la questione del dissesto idrogeologico.