Dopo l'ultima, violenta ondata di maltempo, il territorio continua a registrare gravi rischi, che mettono a repentaglio l'operatività delle imprese agricole che in esso operano: una situazione che Coldiretti non esita a definire, "drammatica" anche per il territorio della provincia della Spezia, fatto che ha spinto il presidente Michele Menoni e il direttore Domenico Pautasso a scrivere ai sindaci chiedendo di attivarsi, insieme all'organizzazione agricola e agli organismi provinciali e regionali, al fine di predisporre quella "richiesta di stato di calamità naturale" che diviene "di estrema urgenza anche per la nostra agricoltura". "Purtroppo – premettono il presidente e il direttore - stiamo assistendo a decine e decine di frane: i terreni scivolano a valle e, inoltre la non cura del bosco, fa sì che alberi che hanno decine di anni di vita aumentino il proprio peso specifico, l'apparato radicale degli stessi, essendo alberi vecchi, non reggono più e cedono verso il basso, aumentando ulteriormente il rischio di frane. In sintesi, il cedimento dei muretti a secco, il mancato controllo e la riduzione del bosco ceduo, la non sostituzione degli alberi secchi o tagliati, l' abbandono delle colline, la scarsa manutenzione del territorio e la continua cementificazione, stanno provocando un dissesto idrogeologico drammatico". Da qui la missiva inviata ai primi cittadini dei comuni spezzini, in cui si rimarcano le "numerose segnalazioni da parte delle nostre imprese agricole relativamente ai danni provocati dalle piogge insistenti" verificatesi nel periodo in oggetto. Piogge che hanno provocato danni "sia alle strutture che alle colture in atto" e che, "in alcuni casi, hanno compromesso la produzione", nonché il cedimento di numerosi muretti a secco. Ai sindaci viene chiesto di "effettuare le opportune verifiche e segnalare tale situazione agli organi provinciali e regionali affinchè possano attivare le procedure per la richiesta di calamità naturale". Menoni e Pautasso sottolineano "l'importanza di agire insieme e nei tempi più rapidi possibili per dare risposte non solo alle imprese agricole, ma a un territorio che, in questi ultimi tempi come negli ultimi anni, si è trovato a dover fronteggiare eventi drammatici e che chiede una rivalutazione complessiva delle opere di salvaguardia dal pericolo di dissesto idrogeologico. Risposte che vanno date anche ai cittadini e a una società civile che ha il diritto di poter guardare con maggiore serenità al futuro".