È evidente che le merci scelgono porti, dove la presenza di imprenditori che investono, l'efficienza, l'intermodalitá, la produttività e le competenze dei lavoratori, sono nettamente superiori rispetto ad altri scali. Tutto questo, non può passare in secondo piano per ragioni politiche. Come è possibile che un porto internazionale come quello spezzino, inserito nelle reti trans europee TEN-T, lanciato verso i mercati europei grazie alla piattaforma di Melzo, che garantisce collegamenti via ferro con Svizzera e Germania, non sia sede di Autorità Portuale? Infatti la proposta di riforma della legge 84/94, presentata dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi, prevede la creazione per il comparto dell'Alto Tirreno, di un'unica Autorità Portuale, ovviamente a Genova, con competenze in politica dei trasporti della logistica e del demanio marittimo, che coinvolgerebbe quattro/cinque Regioni. Una scelta, quella del ministro Lupi, che tende a privilegiare scali come Genova e Venezia, e che avrebbe l'effetto di diminuire la competitività del sistema portuale italiano. Uiltrasporti, auspica in un ripensamento del Ministro, e concorda con quanto dichiarato alla stampa locale nei giorni scorsi dal Senatore del Partito Democratico Massimo Caleo, in particolare con la necessità di prevedere nel nuovo testo di riforma l'autonomia finanziaria delle Autorità Portuali e lo snellimento degli iter burocratici, ovvero la riduzione consistente dei tempi che intercorrono dall'approvazione del Piano Regolatore Portuale da parte del Comitato Portuale, alla effettiva realizzazione delle opere previste. La riforma della legislazione portuale, dovrà inoltre trattare con la massima attenzione tutto ciò che attiene il fattore lavoro all'interno dei porti italiani, dove sono molteplici le tipologie di utilizzo della manodopera. Anche su questo tema, il nostro porto, è da ritenersi all'avanguardia, in materia di qualità dell'occupazione. L'Autorità Portuale della Spezia é stato il primo Ente in Italia, a dotarsi di un Regolamento in materia di servizi ed operazioni portuali. Grazie a quel Regolamento, oggi in porto, le operazioni sbarco/imbarco sono svolte da imprese strutturate, dove oltre il 95% degli occupati é a tempo indeterminato e dove nella totalità delle imprese si sviluppa la contrattazione aziendale. Uiltrasporti ritiene che questo sistema deve essere salvaguardato da future modifiche legislative, e vanno respinti i tentativi di chi, insofferente alle performance del nostro vuole imporre, per mezzo dello strumento legislativo, la propria organizzazione all'intero sistema portuale italiano.