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Agricoltura, Piredda (IdV): "Attivare un confronto con i Comuni a tutela delle imprese"

«La Legge di Stabilità così come è stata presentata dal governo rischia di trasformarsi in una batosta micidiale per le imprese del settore agricolo. Pertanto è indispensabile che la Regione intervenga nelle sedi competenti e si faccia parte attiva nel vaglio della possibilità di introdurre sgravi e agevolazioni a tutela della filiera dell'agroalimentare che, nonostante la crisi, rappresenta un'eccellenza per l'economia ligure e un valido presidio contro l'abbandono dell'entroterra».

Così Maruska Piredda, capogruppo di Italia dei Valori, che ha presentato un ordine del giorno, approvato dal consiglio regionale all'unanimità, che impegna la giunta e il presidente "a farsi parte attiva a livello di Governo per rappresentare le peculiarità del settore agricolo e agrituristico" e " a prevedere la convocazione di eventuali tavoli istituzionali con i Comuni liguri gli operatori agricoli e le associazioni rappresentative, al fine di attuare un confronto sulle modalità di applicazione delle imposte di competenza comunale che andranno a incidere sull'attività agricola". «Il coinvolgimento dei Comuni in un tavolo tecnico per discutere le modalità di applicazione dei nuovi tributi locali, in primis la Iuc, ex Trise – spiega Piredda – ritengo sia un passo fondamentale per tutelare la sopravvivenza del settore agricolo. Ricordo che l'agricoltura è il settore, insieme all'industria, che ha risentito maggiormente della crisi in Liguria: infatti tra il 2008 e il 2012 è crollata dell'12,1%, con una contrazione quasi doppia rispetto alla media dell'economia ligure del 7,6%. Tuttavia, visto il collasso di molti dei settori tradizionale, quello agricolo sta attraendo forze nuove, soprattutto giovani che stanno dando impulso al fenomeno del "ritorno alla terra". Le previsioni di chiusura del 2013 scattano la fotografia di un comparto in ripresa, con una crescita dello 0,9% nel valore aggiunto, un aumento superiore a quello nazionale del +0,6%. Inoltre, non dimentichiamo che l'agricoltura nella nostra regione dà lavoro a circa 13mila persone, concentrate nel Ponente: tra le due province si contano circa 11mila addetti, di cui 7mila solo a Imperia, regno dell'olio doc e dop, dove Unioncamere Liguria registra 4.784 imprese attive, che costituiscono circa il 40% del totale delle aziende liguri del settore. A Savona, nota per la produzione degli ortaggi della Piana d'Albenga, oltre 3.700 aziende. Tuttavia, con l'entrata in vigore della Iuc, l'imposta unica comunale che andrà ad assorbire anche la vecchia Imu, secondo i calcoli delle associazioni di categoria, le imprese potranno arrivare a pagare circa il 51% in più rispetto al 2011 sui propri immobili produttivi, laboratori artigiani e terreni agricoli. Dato che la facoltà di determinare l'applicazione della nuova Iuc è stata attribuita ai Comuni, penso che sia opportuno aprire un tavolo tecnico con tutti gli enti locali perché venga tenuto conto delle peculiarità del settore agricolo, per cui i beni immobili (fabbricati e terreni) sono fondamentali nel processo produttivo, e della sostanziale differenza tra i rifiuti prodotti da attività agricole e agrituristiche da quelli urbani e da attività produttive. Questa considerazione è resa ancor più necessaria se pensiamo che nella nostra regione i terreni agricoli sono per lo più concentrati nelle zone costiere e quindi sono esclusi dalle agevolazioni proprie dei Comuni classificati come montani. Infine, se non si troverà una soluzione che tenga conto delle caratteristiche del settore agricolo ligure, si rischia di fare un danno doppio al comparto visto che le nostre imprese sono ulteriormente svantaggiate, rispetto a quelle di altre regioni, dagli estimi catastali elevatissimi: in particolare in provincia di Imperia si riscontrano i valori tra i più elevati in assoluto in Italia».

 

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