Auguri di buon lavoro al neo Assessore ai trasporti, auspicando netta discontinuità con il passato e attenzione alle richieste di comitati di pendolari e alle associazioni portatrici di interessi diffusi.
Facciamo gli auguri di buon lavoro al neo insediato Assessore ai trasporti della Regione Liguria Marco Scajola. Sarà la volta buona che la regione Liguria avrà un Assessore che si occupi realmente dei problemi degli utenti e abbia come obiettivo un miglioramento del servizio? Lo speriamo vivamente.
All’Assessore Vesco, durante la Giunta Burlando, dobbiamo drammatici tagli al servizio, e non conta che questi dipendessero da tagli alle risorse effettuate dal ministro Tremonti durate il governo Berlusconi, perché altre regioni tra loro di colore politico diverso, come Toscana e Lombardia, hanno usato risorse proprie per compensare i tagli del governo ed evitare tagli al servizio.
All’Assessore Berrino, durante la prima giunta Toti, dobbiamo un contratto di servizio con Trenitalia estremamente negativo sia per gli utenti che per le risorse pubbliche, con imponenti aumenti delle tariffe regionali e la tariffa maggiorata nelle Cinque Terre, ricavi altissimi percepiti da Trenitalia, senza che questo abbia comportato un miglioramento del servizio per la maggior parte degli utenti, con nuovo materiale rotabile “affittato” a caro prezzo, che in gran parte non poteva e non può circolare in diverse parti della regione.
All’assessore Sartori dobbiamo infine inerzia e disinteresse verso i problemi dell’utenza, nessun sforzo per modificare regole negative del contratto, incapacità o non volontà di dettare un minimo di agenda a RFI per programmare lavori in modo che non arrecassero agli utenti gli enormi disagi che hanno creato e stanno creando, difesa acritica dell’operato di Trenitalia anche a fronte di disservizi pesantissimi e visite di facciata a cui non è seguita nessuna azione concreta, a fronte della promessa, mai mantenuta, di maggiore attenzione verso le aree interne. Nel mentre non abbiamo ancora notizie sull'esistenza ed eventuale uso di un extragettito relativo al triennio 2021-2023, extragettito che per il triennio 2018-2020 ammontava a circa 30 milioni di euro.
Quindi auguri, Assessore, pensiamo che fare meglio di chi l’ha preceduta sia possibile.
E l’occasione può presentarsi presto. Il prossimo 16 dicembre scatterà l’orario invernale, valido fino a giugno 2025.
Pressoché ogni anno si assiste all’introduzione da parte di Trenitalia di un nuovo orario, immodificabile o quasi e ogni anno i pendolari si trovano a dover riformulare le stesse ennesime costanti richieste, con Trenitalia che tutte le volte sembra “ri-dimenticarsi” delle richieste, sovente identiche, poste in passato, e con la Regione che negli anni, invece di assumere il ruolo di guida, ha delegato la pianificazione all’impresa ferroviaria (Trenitalia) o al gestore dell’infrastruttura (RFI).
Questo è il copione che si sta ripetendo oramai da tempo, con il nuovo orario, che sia estivo o invernale, sostanziale fotocopia (e Pspesso in peggio) di quello degli anni precedenti, e senza reale condivisione preventiva con gli utenti. Ben di rado modifiche significative chieste da associazioni e comitati vengono accolte, e i tempi di percorrenza quasi ogni anno aumentano un po’ a parità di fermate effettuate.
Auspichiamo quindi che già con il prossimo orario da dicembre 2025 cambi qualcosa in meglio, a partire da scelte condivise con i comitati e le associazioni.
Qualche esempio su problemi che rimangono immutati negli anni, anche se differenti linea per linea?
A ormai 9 anni dall'introduzione del (cosiddetto) “orario cadenzato” che doveva portare sulla Genova <=> Acqui Terme un treno ogni ora, continuano a non essere coperti i “buchi” orari di sempre: ad esempio, tra gli altri, risulta mancante il treno delle 15:13 da Brignole, che oltre a penalizzare i lavoratori, limita e “blocca” a Genova per oltre due ore gli studenti che escono da scuola o dall’università. L’offerta ferroviaria nei fine settimana è praticamente inesistente (solo 8 coppie di treni) mentre manca in toto un servizio serale sia pure minimo. Ricordiamo inoltre che la tratta è perennemente nella “top ten” delle peggiori linee d’Italia secondo Legambiente. Le chiediamo quindi di tutelare i pendolari vigilando con attenzione sia su Trenitalia che su RFI, non subendo scelte già prese dalle due aziende.
Non va meglio per la direttrice nord che sia Busalla - Isola del Cantone - Arquata/Novi o via Mignanego, con annosi "buchi" di servizio la mattina sulla Genova <=> Busalla - Isola - Arquata - Novi, serale al momento insistente e servizio ad agosto dimezzato. Dopo un anno e mezzo ancora senza soluzioni né scelte che mitighino il disagio per il grave problema dei RV da e per Torino attestati a Genova Piazza Principe, e anche in questo caso, “buchi” orari sia durante il giorno che nel serale.
Il servizio a Ponente, il suo Ponente, presenta carenze e lacune da ogni parte, a partire dai RV per Ventimiglia che scompaiono i sabati e festivi, dagli IC che diventano una scelta obbligata in mancanza di un ruolo che dovrebbe essere dei regionali e che da gennaio sembrano ridursi! A ciò si aggiunge la totale assenza di servizio dopo le 20 da Ventimiglia per Genova, mancanza di collegamento efficiente con la Costa Azzurra (mentre sul versante francese si avrà un treno ogni 15 minuti!). “Buchi” di ore e ore per località come Borghetto S. Spirito o Ceriale, e nel Ponente più vicino al capoluogo, località come Cogoleto e Arenzano che chiedono da tempo - senza successo - di avere un servizio “metropolitano”. Insomma, manca tutto: sia capillarità del servizio che un servizio di regionali veloci adeguato.
E di problemi e carenze ce ne sono anche per il Levante, che viene raccontato come destinatario di ottimo servizio, mentre ha un servizio a malapena sufficiente rispetto alla domanda in alcune fasce orarie, ma assenze e carenze nelle altre. Da Bogliasco a Cavi numerose le realtà penalizzate. Un solo treno / ora tra Sestri Levante e Spezia durante il periodo invernale e località tra Sestri e le Cinque Terre che hanno visto dimezzare il servizio rispetto a prima del 2015, con infine il sistema Cinque Terre Express che ha isolato i residenti dal resto della regione, sia verso Genova che verso Sarzana e la Lunigiana, che un tempo avevano servizi regionali diretti con il capoluogo.
Una carrellata di tutti i problemi e le carenze di servizio una per una non è certo possibile in una lettera di saluto come questa: abbiamo fatto alcuni esempi, non esaustivi, per cercare di dare un’idea di una situazione negativa che risulta sostanzialmente generalizzata, e in cui da tempo la certezza di arrivare a destinazione e arrivarci in orario è divenuta sempre più labile. Contiamo che vi sia a breve occasione per illustrarle in modo più specifico i problemi.
Apprezziamo che lei dica, a proposito di Trenitalia, che i treni non possono diminuire. Infatti la richiesta chiara da parte nostra è che il servizio venga incrementato, ma le ricordiamo che la palla sta alla Regione, che, come committente del servizio regionale, eroga le risorse e dovrebbe istruire Trenitalia su che cosa fare, mentre tutto questo non sta accadendo da anni.
Ci sembra cosa sensata che lei abbia come delega anche quella alle infrastrutture: le infrastrutture non sono oggetti avulsi da una funzione: devono essere pensate con l’obiettivo del miglioramento del servizio, e ci permettiamo quindi di ricordarle che se c’è un isolamento della regione questo è dato innanzitutto dalla mancanza di servizio, che può essere incrementato in tempi brevissimi, ma anche da scelte infrastrutturali sbagliate.
Una di queste scelte sbagliate è stata l’eliminazione dei binari di incrocio e di precedenza in tutta la Regione, effettuata da RFI, che ha depotenziato l’infrastruttura ferroviaria, nel Ponente, così come nelle aree interne, nel nodo di Genova e nel Levante. E tutto ciò è accaduto anche perché la Regione è stata passiva o addirittura indifferente rispetto a quanto stava facendo il gestore dell’infrastruttura, per sue ragioni di contenimento dei costi di manutenzione. I binari di precedenza ed incrocio vanno i ricollocati, non rimossi.
Ma un’altra scelta sbagliata è stato il progetto di spostamento a monte della ferrovia nel Ponente: i dati stessi forniti da Trenitalia ci dicono che l’utenza è crollata, con conseguenze gravi anche per il comparto del turismo, il che è comprensibile con uno spostamento che ha eliminato le stazioni per numerose località o le ha delocalizzate in zone periferiche difficilmente raggiungibili. E il progetto di spostamento a monte della tratta Andora <=> Finale, oltre ad avere costi enormi, avrebbe conseguenze ancora più devastanti. Con questo progetto, Assessore, si sancirebbe esattamente l’isolamento della regione, che a parole si vuole contrastare.
Non siamo di fronte a problemi tecnici insormontabili per fare quanto chiediamo, e se mai ci fossero problemi tecnici, quello che è sembrato fino ad oggi mancare è una genuina volontà di risolverli.
Non ci sono peraltro problemi economici per garantire più servizio: il contratto di servizio Regione Liguria Trenitalia garantisce ricavi da tariffa altissimi, senza pari rispetto al resto d’Italia, e nonostante ciò continuano e continueranno ad essere chiesti agli utenti sacrifici in termini di costo dei biglietti e degli abbonamenti, a fronte di un servizio che non vedrà un km erogato in più fino al 2032, il tutto in assenza di una seria integrazione tariffaria e oraria con il resto del trasporto pubblico locale.
Quello che è mancato in passato, lo ribadiamo, è stato un ruolo attivo della Regione, che dovrebbe essere in prima fila nel sostenere le richieste di comitati ed associazioni, e non essere appiattita sulle scelte di Trenitalia e quelle infrastrutturali di RFI, che tendono a privilegiare le proprie logiche interne aziendali rispetto a scelte a favore degli utenti.
Perciò, le rinnoviamo, Assessore, auguri di buon lavoro, nell’ottica di una reale attenzione nei confronti degli utenti, ed una discontinuità rispetto al passato, che non potrà che giovare sia a chi viaggia che a chi amministra.
Pendolari e operatori economici riocorrenti contro la tariffa Cinque Terre