Rifondazione Comunista esprime anzittutto solidarietà e vicinanza a tutti i lavoratori Intermarine e ai tantissimi lavoratori delle imprese in appalto e dell'indotto che entrerebbero a loro volta in crisi e con essi l'intera economia locale.
Al nostro territorio Intermarine ha dato molto sia in termini produttivi che di occupazione, ma ha anche preso molto, specie in termini di contributi pubblici, statali e regionali, compreso l'ultimo accordo stipulato con i comuni di Sarzana e Ameglia, la Provincia della Spezia e l'Ente Parco Montemarcello-Magra riguardo alla possibilità di ampliamento del cantiere.
Temiamo che ci possa essere in atto una speculazione e domandiamo alle istituzioni di ogni livello di intervenire subito a fianco dei sindacati generali che, di concerto con quelli di categoria, si facciano carico del gravoso problema.
Inoltre non è chiaro quale sia l'orizzonte strategico dell'azienda, che giustifica questo doloroso taglio di personale con una presunta crisi di liquidità. L'amministratore delegato Colaninno, in visita ai cantieri due mesi orsono, aveva dichiarato di avanzare dallo stato italiano crediti per circa 30 milioni di euro. Se è questo il problema chiediamo che lo stato sblocchi subito tali fondi e si impedisca la cassa integrazione.
Pensando invece male si può immaginare che sia in atto una vera strategia aziendale di riduzione del personale, magari approfittando della nuova legge Fornero (che ha abolito l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori) appena pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.
Una legge vergognosa che il parlamento ha approvato in maniera bipartizan, e che ha trovato l'opposizione di sindacati e forze politiche come Rifondazione avverse alle disastrose politiche del governo Monti.
Proprio oggi il parlamento bipartizanamente ha votato compatto contro la mozione di sfiducia al ministro Fornero, la stessa che aveva dichiarato che "il lavoro non è un diritto". La politica ha dunque dimostrato, per l'ennesima volta, di non stare dalla parte dei lavoratori. E' ora che torni a farlo, nell'interesse dei cittadini e non delle lobbby economiche.