«Ritengo del tutto sbagliata l'impostazione che fornisce il sindaco Federici della questione Mangina – dice il Vicepresidente – Si è ora arrivati all'ipotesi Mangina per disperazione e non per programmazione. Infatti tutti i siti previsti nel piano provinciale dei rifiuti si sono dimostrati inadeguati e ora c'è chi vuole tentare quest'ultima ipotesi per cercare di attuare un piano dei rifiuti che si è dimostrato fallimentare».
Spiega Morgillo: «Non è vero, contrariamente a quanto sostiene Federici, che la Val di Vara non abbia fatto la propria parte in merito al ciclo dei rifiuti. Basti pensare per quanti anni è rimasta attiva la discarica di Vallescura in Valdurasca, situata tra i Comuni di Riccò del Golfo e Follo, e quanti danni ha provocato. Senza dimenticare l'impianto di Bosco di Checco, situato proprio nel comune di Borghetto Vara e la stessa Mangina, dove sono stati recentemente rinvenuti dei rifiuti, con grande sconcerto generale».
Continua il consigliere: «Senza alcun intento polemico, invito Federici a chiedersi qual è il motivo vero che spinge gli abitanti della Val di Vara a non accettare una discarica sul loro territorio. La risposta è semplice: da anni, mentre al territorio della Spezia e della Val di Magra è stata riconosciuta una vocazione per lo sviluppo industriale, alla Val di Vara è stata assegnata una vocazione agro rurale e questo anche con particolare riferimento allo sviluppo del biologico». Spiega: «Basterebbero queste considerazioni per comprendere la contrarietà dei sindaci e degli abitanti della Valle ad una discarica che non serve a mettere a dimora i rifiuti, ma a mettere in sicurezza il piano di salvataggio di Acam. La politica deve assumersi delle responsabilità e in questo caso gli amministratori dei Comuni più grandi, che godono di una stragrande maggioranza all'interno del pacchetto azionario della holding Acam, hanno prodotto e condiviso le scelte che oggi ci portano ad attuare piani irrazionali per la gestione del ciclo dei rifiuti».
Precisa Morgillo: «È iniziato l'iter formale in Regione per l'esame del progetto e sarà in quella sede che i sindaci della Val di Vara faranno valere le loro fondate ragioni e preoccupazioni per contrastare l'apertura dell'impianto, proprio alle porte del primo distretto bio della Liguria. – dice - Sulla questione a suo tempo ho già presentato un'interrogazione alla quale mi era stato risposto che nessuna richiesta formale, riguardante il progetto di Mangina era stata all'epoca avanzata. Ora anche per me si riproporrà l'occasione di chiedere chiarimenti alla Regione, soprattutto in merito alla non opportunità di realizzare una discarica in un territorio alluvionato, con gravi problemi di dissesto idrogeologico. A suo tempo mi era stato detto che a fine anno sarebbe stato approvato un piano regionale dei rifiuti, capace di superare quelli provinciali, che detterebbe le condizioni che consentono la realizzazione di un impianto in un determinato territorio: quei requisiti non sono per nulla coerenti con l'apertura di Mangina».