Pensiamo che agli spezzini non interessino più le discussioni e le recriminazioni su quello che è accaduto. I cittadini vogliono capire quale sarà il destino delle aree e quali opportunità si avranno dal punto di vista di uno sviluppo economico ambientalmente sostenibile, di lavoro di qualità, di luoghi bonificati e restituiti fruibili per una rinnovata socialità e vitalità dei quartieri.
Quello che chiediamo al Sindaco ed alla Giunta è che, all’interno di questa grande partita sul futuro, si porti la città ad avere voce in capitolo con Enel.
Ci sono imprese e categorie economiche (alcune delle quali hanno già avuto modo di esprimersi sulla stampa come nautica, logistica, portualità), associazioni sindacali ed ambientali, comitati di cittadini che chiedono di essere coinvolti nei processi decisionali.
Sono forze vitali e pulsanti che, attraverso il proprio contributo, darebbero più forza anche all’amministrazione stessa nel portare avanti la trattativa.
Perché siamo convinti che un risultato utile e positivo per il nostro territorio lo si potrà ottenere solo se il Sindaco non si presenterà da solo ai tavoli con Enel, ma con a fianco tutta la città.
Non sappiamo se gli sproloqui del centrodestra che abbiamo letto sono causati dall’essere neofiti della politica o semplicemente spezzini che ignorano la storia tra Enel e la città.
Ci sono fatti storici sul rapporto tra Enel e la città veri, concreti e verificabili mediante una banale ricerca su Wikipedia. Ne citiamo alcuni:
1. La centrale Eugenio Montale viene realizzata alla Spezia nel 1962. Epoca in cui al governo del Paese e della città si trova la Democrazia Cristiana, partito nel quale l’attuale Sindaco ha trovato dimora e riferimenti politici per molto molto tempo. La sinistra è all’opposizione.
2. Nel 1991 il Sindaco Burraffato, mediante ordinanza, chiude la centrale per violazione della Legge Merli sui limiti degli scarichi termici. Questa riapre alcuni mesi dopo grazie al governo di centrodestra, guidato da Andreotti, il quale, con apposita legge nazionale, alza nuovamente i limiti.
3. Nel 1997 il Sindaco Rosaia, a seguito di una protesta popolare esplosa contro Enel, porta la stessa alla firma di una Convezione nella quale si prevedono 675 miliardi di lire di adeguamenti ambientali sulla centrale. Il risultato è che quest’ultima, prima dotata di quattro cicli a carbone (due da 600 MW e due da circa 300 MW) passa a tre: quelli da circa 300 MW vengono convertiti per l’utilizzo di gas naturale. Si mantiene solo uno, da 600 MW, alimentato a carbone. Il risultato sarà meno inquinamento sulla città.
4. Nel 2007 s’innesca un pericoloso dibattito per tentare di bruciare nella centrale i rifiuti da CDR. Il Comune mantiene una posizione contraria ed evita così ulteriore inquinamento.
5. Nel 2013 il Governo Gentiloni, con Ministro dell’Ambiente Orlando, pubblica l’AIA, la quale spinge Enel ad annunciare nel 2015 (anno in cui Peracchini fa ancora il sindacalista) la previsione della dismissione. Sempre nel 2013 il Comune della Spezia stipula con Enel una Convenzione mediante la quale si ottengono 11,5 milioni di investimenti in opere pubbliche e di efficientemento energetico.
In cinquant’anni si poteva fare di più e meglio? Quello sempre. Ma gli eventi citati permettono di chiarire definitivamente che, in determinati momenti, la sinistra ha agito nei confronti di Enel con fermezza, richiamandola a responsabilità nei confronti della città e degli spezzini.
Fermezza, chiarezza, risolutezza di chi governa occorrono anche oggi, per il futuro.
Davide Natale - Segretario PD Liguria
Iacopo Montefiori - Segretario Provinciale PD La Spezia
Unione Comunale PD La Spezia
Gruppo Consiliare PD La Spezia