Siamo arrivati all'ennesima tappa che porterà alla realizzazione del progetto Basi Blu, ovvero il passaggio nelle Commissioni parlamentari di competenza per l'autorizzazione al finanziamento dell'opera.
Il Circolo del PD “R. Mizzon” (Marola, Cadimare e Campiglia) non si è fatto illusioni su quello che è già stato il primo risultato di questo passaggio alla commissione Difesa della Camera che ha visto il progetto approvato, finanziato ed applaudito.
Siamo in tempi di Guerra Grande, come la chiamano gli esperti di geopolitica, di guerra mondiale a pezzi, come la chiama Papa Francesco, di guerre d'invasione neo imperialiste e neo zariste, di guerre mediorientali nelle quali si fronteggiano le destre più radicali e violente della società palestinese ed israeliana provocando indicibili sofferenze alla popolazioni palestinese ed israeliana, e siamo anche alla vigilia della possibile rielezione alla Casa Bianca di chi prospetta per il futuro degli Stati Uniti un destino di isolamento internazionale in conseguenza del quale la classe media americana non dovrà più pagare con le sue tasse la difesa comune del continente europeo…arrangiatevi! E anche a Spezia il messaggio è arrivato forte e chiaro: la base navale va potenziata, ammodernata e attrezzata agli standard NATO o forse chissà, d’ora in poi, attrezzata per diventare un punto d’attracco per una flotta tutta europea: comunque, in virtù di tutto ciò o a causa di tutto ciò Basi Blu si farà, nonostante sia un progetto tanto invasivo quanto dispendioso.
Ma intorno alla moderna Base Navale sorge una città che ha diritto di essere protagonista di un passaggio strutturale (e storico?) come questo; ancora una volta Spezia è legata a doppio filo con la storia della Martina militare e quest'ultima non ne può ignorare le esigenze; qui sta il punto su cui torniamo a ribattere ancora una volta come Circolo PD “Mizzon”: qualcuno ha avuto l'ardire o semplicemente si è posto il problema di essere interlocutore alla pari con la Marina militare per avere opere e superfici compensative degne della trasformazione strutturale che la presenza della nuova MM comporterà alla città con un progetto come Basi Blu? Una delle aree cittadine maggiormente investite dal progetto Basi Blu è Marola: dovrà essere ancora una volta il borgo che paga il prezzo più alto per soddisfare gli interessi nazionali o si sta ragionando seriamente ad una compensazione pesante per questa realtà territoriale già fin troppo penalizzata?
Taranto vive una situazione analoga a quella di Spezia: una importante base navale coinvolta nel progetto di modernizzazione degli scali militari chiamata Basi Blu ma che a Taranto, in un contesto di dialogo e confronto con la città, ha visto cedere importanti spazi alla comunità tarantina; importanti sia dal punto di vista delle superfici delle aree sia da quello della loro ubicazione.
Da ultimo riteniamo che il destino della base navale, vista dalla città, non possa essere disgiunto da quello dell’Arsenale con le sue manifatture e la sua (ad oggi scarsa) occupazione. In più occasioni il Ministro della Difesa Crosetto ha dichiarato pubblicamente che l’Arsenale spezzino va recuperato e rimesso nelle condizioni di tornare ad essere un importante centro destinato alla manutenzione del naviglio (magari non solo militare) potendo recuperare strutture che, se rimanessero ancora abbandonate, non potrebbero più essere recuperate; una particolare attenzione dovrebbe poi essere riservata, nel contesto arsenalizio, alla formazione di alto livello nell’ambito delle tecnologie marine in modo da fare di Spezia un polo dell’eccellenza in questo comparto. Argomento questo non banale per una città che vede impoverirsi sempre più il suo tessuto industriale con conseguente depauperamento delle professionalità e delle competenze in un settore storico per la città.
Non è quindi pensabile, a nostro parere, non avere uno sguardo d’insieme quando si parla di Base navale, Arsenale e rapporto di queste ultime con la città, sguardo che finora ancora non c’è stato se solo pensiamo, per esempio, al fatto che un’occasione come la possibilità di poter utilizzare un’area di circa 6000 mq all’interno dell’arsenale, in località Marola, sta per essere sprecata proprio perché non inserita nel contesto più ampio del difficile dialogo tra ente militare e istituzioni cittadine.
Torniamo infine a sottolineare, in un appello alla collaborazione di tutti, che una città divisa e litigiosa nelle sue varie articolazioni, se non peggio distratta, rappresenta la carta peggiore da giocare, subendo da queste grandi trasformazioni solo gli effetti negativi e perdendo l’occasione di coglierne le opportunità.
Circolo PD “R. MIZZON”
Marola – Cadimare - Campiglia