"Se già a novembre avevamo tutti i sentori che il Piano di dimensionamento scolastico regionale sarebbe stato fatto male, oggi abbiamo avuto la certezza che è stato fatto addirittura peggio rispetto a quanto immaginato". Questo il commento del consigliere regionale della Lista Sansa Roberto Centi, relatore di minoranza durante la discussione in aula di oggi che ha portato all'approvazione dell'integrazione del piano di dimensionamento della rete scolastica.
"Ancora una volta si è affrontato il tema della scuola senza entrare nel merito dell'offerta formativa, senza considerare le esigenze degli studenti, delle famiglie, dei docenti e dei dirigenti scolastici – attacca Centi - La Regione ha considerato solo gli interessi politici degli 'amici', piegandosi al volere di Bucci per la Città Metropolitana di Genova e penalizzando, viceversa, le province della Spezia e Imperia, che, seppur in modo raffazzonato e privilegiando a loro volta sindaci politicamente 'vicini', avevano fatto il loro dovere".
"Nello specifico di Genova – aggiunge Centi – trovo increscioso che la Città Metropolitana non abbia mai fatto una riunione per preparare un piano di dimensionamento, presentando, occorre ricordarlo, 0 accorpamenti sui 6 richiesti. Oggi comprendiamo che Genova ha agito così perché rassicurata del fatto che con il decreto Milleproroghe sarebbe arrivato un 'condono', portando poi gli istituti da accorpare da 6 a 3, come di fatto è avvenuto, dopo il tentativo di fare addirittura 0 su 6".
Nel sottolineare la penalizzazione subita dalle Province di Imperia e La Spezia, Roberto Centi non perde l'occasione per rimarcare come nelle ultime settimane, soprattutto la Provincia spezzina, non abbia voluto intervenire per ottenere uno 'sconto' alla luce della deroga nazionale sul numero di istituti da accorpare a livello regionale.
"Il presidente della Provincia, e sindaco, della Spezia, Peracchini a inizio gennaio ha annunciato a mezzo stampa di voler trattare sugli accorpamenti, per richiedere di eliminarne almeno uno dai tre previsti – spiega Centi - Peccato che poi Peracchini si sia nascosto in audizione, lasciando le interlocuzioni tra assessorato e dirigenti ai soli rappresentanti delle Province di Genova e Savona, affermando di non essere stato convocato ufficialmente, cosa non vera".
"L'unico aspetto positivo in tutta questa vicenda – conclude Roberto Centi – è il fatto che finalmente in Regione si sia parlato di scuola per ore. Auspico però, che quanto prima, si possa tornare a parlare di scuola non solo per accorpamenti decisi a tavolino o penalizzanti verso istituti che evidentemente non godono di particolari favoritismi, regali a territori potenti e amici, informatizzazione spinta, tablet e intelligenza artificiale. Ma che si possa tornare a parlare della formazione dei ragazzi e dello stimolare in loro un pensiero libero e critico sul mondo che li circonda".