Il piano regionale sociosanitario continua a provocare polemiche.
Il 14 dicembre si è tenuta una movimentata seduta straordinaria del Consiglio Comunale della Spezia sul tema della sanità, richiesta dall’opposizione.
Approvato l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza, che impegna il sindaco a “proseguire l’azione di monitoraggio per realizzare interventi di prevenzione e screening, abbattimenti di liste di attesa e investimento in strumentazioni diagnostiche”.
Respinto invece l’ordine del giorno proposto dall’opposizione, relativo al fabbisogno attuale di personale sanitario e sociosanitario e sulla sua proiezione 2024 2026 nelle strutture sociosanitarie e sanitarie della Spezia.
Respinta anche la mozione, presentata sempre dall’opposizione, denominata “il Piano Socio-Sanitario Regionale recentemente approvato dal Consiglio Regionale continua a penalizzare la comunità spezzina”.
In apertura della seduta, prima di iniziare i lavori consiliari, il Presidente Piscopo ricorda la figura di Alfio Costi, scomparso prematuramente pochi giorni fa a causa di una grave malattia. Già consigliere comunale della Spezia negli anni 1997-2007, militante del Partito Democratico della sinistra e poi nei democratici di sinistra, ha ricoperto diversi ruoli tra cui quello nel Consiglio di amministrazione della neonata Spezia Risorse. Il consiglio comunale esprime il cordoglio per la scomparsa e ricorda Alfio Costi con un minuto di silenzio.
Inizia poi la discussione sull’ordine del giorno, il primo ad intervenire è il consigliere Franco Vaira che introduce la mozione. Con tono pacato e convinto, dichiara l’urgenza di parlare di sanità “in previsione di una morte annunciata della sanità spezzina. Ci sono almeno 10.000 cittadini spezzini che hanno rinunciato a curarsi. Questo lo dicono i dati inequivocabili, anche indiretti, dei tempi di attesa della Regione Liguria: 9 mesi di attesa alla Spezia per una risonanza magnetica, 6 mesi per una TAC, 500 giorni per una visita ginecologia e non molto meglio va per visite ortopediche, cardiologiche ecc. Questo significa che molti sono costretti a ricorrere alla sanità privata”. Il Consigliere Vaira continua: “In tutto il piano sociosanitario regionale si danno dati non aggiornati e senza possibilità di raffronto, la sensazione è di totale inadeguatezza. Oltre 1 su 3 bambini liguri si ricovera fuori regione per patologie neuropsichiatriche, il 37% di pazienti per prestazioni ortopediche, 1 su 4 dei cittadini di riabilitazione, neurochirurgia, cardiochirugia, chirurgia toracica. Il dato è tragicamente legato a quello della carenza di personale sociosanitario. In 10 anni il personale sanitario delle strutture liguri si è ridotto del 30%, si stima una carenza di oltre 100 infermieri e almeno 800 medici specialisti”.
Vaira prosegue: “Anche a livello regionale si parla di prestazioni mediche che possono essere fatte dai privati. Ma il futuro della sanità pubblica interessa ancora a qualcuno? Se la risposta è si, è bene chiarire che i giovani medici, dopo gli studi hanno necessità di un periodo di affiancamento prima di essere utilizzati in corsia: questo oggi è di fatto impossibile perché in alcune realtà come quella spezzina, la carenza di personale fa sì che i medici in servizio siano talmente ridotti che è impossibile garantire i turni ordinari, figuriamoci se riescono a fare da tutor. Conseguenza: i giovani più volenterosi emigrano verso altre realtà. E poi c’è il problema drammatico dell’abbandono delle specialità più rischiose, vedi l’anestesiologia, il pronto soccorso, alcuni tipi di chirurgia ecc.”
Il consigliere Vaira prosegue toccando un altro tema importante: “ nel piano sanitario regionale non ci sono dati circa la sperequazione del personale tra ASL5 e le altre ASL della regione. Eppure, alla Spezia abbiamo il 30% di personale in meno rispetto alla media ligure, oltre 2000 operatori rispetto ai 3300 previsti, un infermiere ogni 220 abitanti rispetto ai 148 della media regionale, almeno 50 medici in meno soltanto nelle corsie ospedaliere. Questo è un confronto rispetto alla media regionale che è già in carenza. Se facessimo un confronto con i parametri normativi nazionali che decretano qual è uno stato di salute reale della sanità, allora scopriremmo tragicamente che la nostra sanità spezzina ha oltre il 50% in meno di operatori rispetto al bisogno standard individuato dalle normative. Conseguenze più immediate, cito le ultime: sempre più trasferimenti di bambini al Gaslini di Genova, situazione indegna di paese civile al Pronto Soccorso della Spezia dove quotidianamente si assiste a barelle nei corridoi, persone che attendono per giorni un posto letto che non c’è ; poi la scomparsa del reparto di medicina al Sant’Andrea, rimasto con solo 4 medici, che viene trasferito a Sarzana; malattie infettive rimasto con solo 3 medici, tra cui la primaria pensionanda, trasferito a Sarzana; neurologia traslocata a causa del crollo di soffitti”.
La consigliera Martina Giannetti afferma che “la situazione della sanità spezzina e ligure si inquadra in un contesto nazionale più ampio. La legge di bilancio approvata dall’attuale governo certifica, al netto degli adeguamenti dell’inflazione, una sostanziosa ritirata degli investimenti nella sanità pubblica, a cui si somma una fortissima aggressione alle situazioni contributive del personale sanitario in uscita. La crisi nazionale sulla sanità e sul welfare in generale, in Liguria assume caratteristiche peculiari sia per le caratteristiche del territorio, caratteristiche demografiche ma anche per scelte politiche. Il piano sociosanitario di cui parliamo è soltanto l’ultimo capitolo di una serie nefasta di scelte politiche. La prima fase è iniziata nel 2017, in cui ha preso vita anche Alisa; è stato scritto il “libro bianco” della sanità: la creazione di un modello competitivo tra pubblico e privato accreditato, in cui dà al cittadino la libertà di scegliere tra questi due sistemi, sottovalutando le conseguenze. Sono state accentrate le funzioni di governo su un’unica struttura regionale, che noi abbiamo sempre ritenuto inutile e dannosa. E soprattutto si è attivata una stagione di forte radicamento del privato. Per fare spazio ai privati sono state causate enormi ferite al sistema pubblico. Poi il Presidente Toti per ben due anni ha trattenuto per sé le deleghe della sanità, unico in Italia. Nel 2020 viene potenziato fortemente il ruolo di Alisa.”
Il consigliere Roberto Centi: “il nostro territorio è quello più disastrato in Liguria. La sperequazione con altri territori liguri non è tollerabile. Non si tratta di una posizione di campanile ma di difesa del nostro territorio. C’è una norma di legge del dicembre 2022 dell’attuale ministro Schillaci che indica i criteri di ripartizione dei fabbisogni sanitari standard, applicabili dal ‘23: popolazione residente e frequenza dei consumi sanitari per età per il 98,5% delle risorse, tasso di mortalità della popolazione inferiore ai 75 anni per 0,75% e poi indicatori relativi a particolari situazioni territoriali ritenute utili. Per Spezia è oramai del tutto assurdo continuare a calcolare il fabbisogno con la vecchia normativa, che tiene conto di performance e di storico; si applichi questa e si dia alla nostra comunità la stessa disponibilità di operatori sanitari che hanno le altre asl liguri. Ovviamente, si potrà fare in maniera graduale. Non vogliamo più sentirci dire “siete fortunati perché potete andare in Toscana”. E poi la questione del “Gaslini diffuso” di fatto significa un depauperamento della nostra pediatria; alla Spezia vengono inviati medici giovani, che appena possono torneranno al Gaslini senza lasciare nulla al nostro territorio. Stessa cosa sta per succedere col cosiddetto “San Martino diffuso”. Vorremmo l’abolizione di Alisa, struttura che costa 22 milioni di euro l’anno, ed una ristrutturazione complessiva delle asl e della sanità ligure. Anche l’elisoccorso, che verrà attivato alla Spezia, non deve diventare un alibi per impedire uno sviluppo capillare della sanità locale. Altro grande problema della sanità è la carenza dei medici di medicina generale. Almeno 100.000 liguri non hanno il medico di famiglia. E poi un emendamento dell’ultima ora prevede la possibilità di estendere l’intramoenia al di fuori degli ospedali sanitari, nelle strutture private; in questo modo verranno utilizzate risorse pubbliche ad esclusivo favore dei privati”.
Anche il consigliere Dino Falugiani descrive la situazione spezzina: “ C’è una grande criticità sulle liste di attesa per ASL5. Ad esempio, la medicina riabilitativa ha attese da 211 giorni a 302 giorni, praticamente quando il paziente oramai non ne ha più bisogno. La regione pensa di risolvere la questione dando soldi ai privati, quindi sottraendo nuove risorse al pubblico. La sanità privata di solito “cura i sani”; infatti, a parte alcuni centri di eccellenza, la sanità privata si occupa di interventi programmati, persone senza grosse complicanze e grosse patologie, mentre la sanità pubblica si fa carico di criticità quali malattie croniche, anziani, problematiche importanti che non portano ad una retribuzione adeguata al privato. E poi c’è il problema del personale sanitario: 5 anni fa, quando sono venuto via da ortopedia, eravamo 14 medici; oggi sono in 7, tra poco andrà via il primario perché ha vinto un concorso su Massa; adesso è stato fatto un concorso per assumere 4 giovani medici, ne è stato assunto 1 a dicembre, sugli altri 3 non si sa nulla. In anestesia e rianimazione mancano 15 medici, vengono a gettone i medici da Genova. La maggioranza chiede all’Amministrazione semplicemente di monitorare la situazione, prendendo atto delle decisioni regionali. E’ invece necessario che il Sindaco e la Giunta rivendichino le gravi criticità della nostra ASL".
Il Consigliere Massimo Lombardi : “E’ necessario ed urgente mettere in evidenza la drammatica situazione della sanità alla Spezia.”. Ribadisce la gravità della rinuncia alle cure per molti spezzini, sia a causa dei tempi di attesa, sia per l’incapienza economica che non consente di accedere alle cure private. “Le fasce deboli rimangono senza assistenza sanitaria. E’ un dato drammatico”. E continua: “questo perché è stata fatta una precisa scelta politica a livello nazionale, non da oggi, quando si è iniziato a smantellare il servizio sanitario nazionale e si è sdoganata la presenza dei privati”. E prosegue, citando il tema centrale della mancanza di personale sanitario, "lo stato impietoso in cui versa l’ospedale San Bartolomeo di Sarzana, l’ospedale del Felettino “cattedrale nel deserto”, e sottolinea che “ci sono zone del nostro territorio in cui non c’è la presenza del medico di famiglia”.
Il Consigliere Fabio Cenerini: “è importante guardare i problemi della sanità più da cittadini che da politici. Anche in passato, quando governava la sinistra, i problemi della sanità erano gli stessi di oggi. Molti dei problemi che abbiamo dipendono fortemente dalla mancanza di un ospedale adeguato”.
La Consigliera Giulia Giorgi dichiara che “le problematiche della sanità spezzina sono strascichi che ci portiamo dietro da anni di malgoverno. Pian piano stiamo investendo per risolvere i problemi”.
Il Consigliere Oscar Teja ” Credo che l’assessore regionale Grattarola stia facendo un ottimo lavoro. La regione vuole introdurre sul territorio le case di comunità, gli ospedali di comunità, le centrali operative territoriali, nuovi punti nascita. Le criticità ci sono ma il piano sta lavorando nella direzione giusta, nei prossimi mesi vedremo i frutti”.
Interviene il consigliere Marco Raffaelli: “gli errori in passato possono esserci stati, figli anche di una concezione diversa della spesa pubblica e delle possibilità economiche. Il centrosinistra ha comunque fatto importanti sforzi per migliorare la situazione. Ricordo personale di eccellenza che nei decenni scorsi è venuto a lavorare all’ospedale della Spezia, mentre negli ultimi anni quello stesso personale di eccellenza ha fatto in fretta armi e bagagli per andare a lavorare altrove, a causa delle condizioni e delle scelte dirigenziali della nostra realtà. Parliamo poi delle RSA: il Mazzini ha problemi storici, in passato con fatica si è mantenuto un presidio a gestione anche pubblica a livelli di servizio considerati più che sufficienti; oggi si parla di radere al suolo una struttura per concederla totalmente all’ennesimo privato”.
Il Consigliere Giacomo Peserico: “ All’interno della spesa prevista nel piano sociosanitario si dovrebbe fare un’analisi dettagliata delle voci, sono convinto che ci possano essere margini di ottimizzazione. Io sono per il sistema pubblico, ma la collaborazione col privato può andare bene se aiuta a risolvere problemi quali le liste di attesa, ma deve essere regolamentata ed il principio cardine deve essere cure per tutti”. E prosegue: “sono per la de-regionalizzazione della sanità pubblica, che per me dovrebbe ritornare a livello nazionale. Non capisco perché bisogna avere problemi in Liguria con una ricetta fatta in Toscana, non capisco perché uno spezzino possa avere problemi ad andare in una clinica universitaria come quella di Pisa. E poi mi sembra assurdo che un ente pubblico come la Regione abbia un bilancio fatto all’80% dalla Sanità, e allora mi chiedo: ma la regione è diventata una grande ASL? Il problema della mancanza di medici è a livello nazionale, probabilmente a livello di programmazione è stato sbagliato qualcosa nei numeri del turn over generazionale. Non possiamo immaginare che questo piano sociosanitario risolverà i problemi della nostra sanità con un colpo di bacchetta magica. Ma, come rappresentanti della città della Spezia, dobbiamo batterci per la costruzione del nuovo ospedale e, all’interno del piano sociosanitario, chiedere con forza tutto quello che è possibile migliorare per la nostra città. Dobbiamo arrivare ad una sanità dignitosa, questo è l’obiettivo che ci dobbiamo dare tutti”.
Prende la parola il Consigliere Andrea Montefiori: “sono anch’io per la de-regionalizzazione della sanità. Ma davanti abbiamo l’autonomia differenziata che rischia di essere peggio. Abbiamo richiesto il consiglio comunale straordinario dopo l’approvazione del piano sociosanitario perché riteniamo che quel piano non contenga le risposte giuste per la nostra città, e ricordo che le opposizioni in consiglio regionale hanno presentato degli emendamenti di merito che però sono stati bocciati”. Si rivolge al centrodestra dicendo che, dopo 9 anni di governo della città, non ci sono più giustificazioni che rimandano al passato. E prosegue:” La rinuncia alle cure di molti cittadini è una sconfitta per la classe dirigente della città. È fondamentale assumere nuovo personale sanitario. E ricordo che, nei numeri delle recenti assunzioni, molti riguardano in realtà stabilizzazioni di personale già in essere”.
Prima della votazione finale, il Consigliere Franco Vaira riprende la parola. Sottolinea il fatto che “è vero che i problemi della sanità esistono a livello nazionale ma non come in Liguria. Da una recente indagine di ottobre dell’AGENAS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) è emerso che in Liguria nessuno degli ospedali e dei centri cosiddetti importanti ha avuto un voto di alta qualità. Prima regione classificata è l’Emilia-Romagna, la regione Liguria si colloca insieme a tutte le regioni del Sud. Neanche il Gaslini per le patologie pediatriche e neonatali”. E conclude dicendo che “drammaticamente ogni giorno che passa gli spezzini rischiano di morire per problemi che non si riescono a trattare tempestivamente”.