È uscito il nuovo concorso per insegnanti modalità PNRR. La prova scritta, da svolgere in modalità 'computer based' in 100 minuti, sarà composta da 50 quesiti a risposta multipla sulle conoscenze e competenze del candidato in ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico; il test comprenderà, inoltre, domande volte ad accertare la conoscenza della lingua inglese e le competenze digitali. La prova orale invece mirerà ad accertare il grado di conoscenza e di competenza del candidato nella disciplina per la quale partecipa, le competenze didattiche generali, la capacità di progettazione, l'uso delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali.
Commenta Roberto Centi, Consigliere comunale di LeAli a Spezia e Consigliere regionale Lista Sansa: "Si può passare all'orale anche senza sapere niente della propria disciplina e, naturalmente, si sarà bocciati senza appello allo scritto se non esperti di psicopedagogia, inglese e competenze digitali. Anche per insegnare Italiano, o Storia, o Latino, o Fisica, o Diritto, o Scienze motorie. In tutta tranquillità posso affermare che il novanta per cento degli insegnanti che stimo e che ho conosciuto nella mia vita professionale, me compreso, nonostante i dieci anni passati come docente all'Università alla Scuola di Specializzazione all'Insegnamento Secondario in un ambiente anche pedagogicamente stimolante e aggiornato, non accederebbe all'orale."
Continua Centi: "Avremo un'intera generazione di insegnanti presumibilmente ignorantelli, ma burocraticamente efficienti, il gradino intermedio e necessario che preluderà alla eliminazione di una professione che dovrebbe formare i giovani e il loro spirito critico, alla faccia di chi ancora nel suo percorso formativo ha pensato a studiare e a conoscere ciò che avrebbe potuto insegnare. Ma, d'altra parte, che stiano riformando di soppiatto la scuola sfugge solo a chi da questa roba guadagna denari o carriere."
Conclude l'esponente politico: "Sono angosciato per una professione che ho amato e che amo, per ciò che ho dato in tutti questi anni in cui ho insegnato le mie discipline solo grazie alla passione per i loro contenuti, all'amore per i miei studenti e a una capacità didattica che non c'entra nulla con le teorie da tanto al chilo, con le tecnologie informatiche di ultima generazione, e, visto che i migliori testi sui Greci e sui Latini, ma anche di Storia e Filosofia, sono in Tedesco, neanche con l'Inglese. A questa deriva tecnocratica ed autoritaria della scuola bisogna opporsi. Le discipline scolastiche vanno valorizzate per quello che sono e per quello che hanno da insegnare in quanto tali, non in quanto strumenti al servizio di padroni nuovi."