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Piano regionale cardiovascolare, Centi (Lista Sansa): "Contento ci sia volontà di adeguarsi a normativa europea, ma serve una medicina territoriale che funzioni"

 

il consigliere regionale ha sottolineato anche il problema dei dati che non si "parlano" tra le Asl e gli ospedali

 "Trovo positivo che in Liguria esistano diversi progetti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e che l'assessore Gratarola abbia annunciato la volontà di adeguarsi alla normativa europea. Tuttavia non posso non notare l'assenza di una medicina territoriale che funzioni e il problema dei dati che non si 'parlano' tra diverse Asl e ospedali della Liguria".


Così il consigliere regionale della Lista Sansa Roberto Centi, che nella seduta odierna di Consiglio ha presentato un'interrogazione per richiedere la stesura di un Piano regionale cardiovascolare in grado di assicurare una visione unitaria e condivisa per attuare una serie di interventi di prevenzione, screening e trattamento delle patologie.

"Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte e la seconda causa di disabilità nel mondo, e in Italia sono oltre 9,6 milioni le persone affette da patologie cardiovascolari e cerebrovascolari – sottolinea Centi -. A livello europeo e nazionale si sta consolidando l'idea di introdurre un Piano interamente dedicato alle patologie cardiovascolari al fine di avere una visione d'insieme di queste patologie. Piano che sarebbe anche molto utile a livello regionale vista l'età media molto alta della popolazione ligure".

"L'assessore Gratarola a questa mia richiesta ha risposto favorevolmente, illustrando diversi progetti attivati dalle Asl e dalle associazioni per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e annunciando la volontà di adeguarsi alla normativa europea – spiega il consigliere regionale -. Tuttavia nella risposta dell'assessore non posso far a meno di notare due grossi nodi da sciogliere per poter dar seguito a tutti i buoni propositi: la medicina territoriale e l'uso dei dati per la medicina computazionale e la telemedicina".

"Ogni progetto risulta infattibile oggi in assenza di una medicina territoriale che funzioni – evidenzia Roberto Centi -. E per farla funzionare non servono annunci ma personale medico e organizzazione, soprattutto per le aree interne della nostra regione. Inoltre penso che Liguria Digitale debba fare un grosso lavoro per far 'parlare' tra loro i dati medici tra le diverse Asl e tra i diversi ospedali. Non è possibile progettare alcun Piano finché i pazienti saranno ancora costretti a portarsi in giro i dischetti con i propri dati".

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