Davide Natale eletto segretario regionale Pd, un ruolo importante in un momento di cambiamento per il partito, che, anche a livello regionale, si pone diversi obiettivi.
Dopo le elezioni dello scorso settembre i dem hanno dovuto fare i conti con risultati elettorali poco soddisfacenti e con una maggioranza schiacciante che sembrava non lasciare dubbi sulla scelta degli italiani. Tuttavia anche il dato dell’astensionismo ha portato a riflessioni e alla forte consapevolezza della necessità di ritrovare sintonia con l’elettorato.
Abbiamo intervistato il nuovo segretario regionale del Partito Democratico e gli abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande sul presente e il futuro della nostra regione.
L’elezione a segretario regionale del Partito Democratico in questo periodo mette davanti ad una grande sfida, spesso infatti l’accusa è “Il Partito Democratico non parla più alla gente”, come rinsaldare questa fiducia?
Con il dialogo e con l’ascolto. Abbiamo migliaia di volontari sparsi nella nostra regione che vengono ad aiutarci ogni volta che sono chiamati a dare il loro contributo, oltre a ringraziarli per il loro aiuto, credo serva coinvolgerli maggiormente. Bisogna che la base dei territori venga presa in considerazione per comprendere quali indirizzi politici assumere come partito. Se non si dà la possibilità alle persone di parlare è difficile sapere quali siano le richieste. Già dai prossimi giorni stiamo programmando incontri con i segretari di federazione e i coordinatori di circolo, voglio che diventi un appuntamento abituale e che si crei un sistema tra gli eletti nelle istituzioni e i rappresentanti dei partiti. Serve una filiera di proposte.
Quali sono le sfide da affrontare in questo momento e i temi urgenti?
Sicuramente il tema della sanità è fondamentale: liste d’attesa insostenibili, ospedali che attendono di essere costruiti e ricorsi al privato sempre più comuni.
Transizione ecologica e ambiente rappresentano un’altra questione non più ignorabile, servono interventi mirati per utilizzare i fondi pnrr per costruire progetti che possano rilanciare il ruolo della Liguria nella produzione di energia nel sistema Paese.
Ultimo, ma non per importanza, il lavoro e la formazione. Dobbiamo costruire uno sviluppo di qualità e avere un lavoro di alto livello, la formazione è essenziale perché solo grazie alle competenze possiamo traguardate i nostri obiettivi per il futuro.
L’età media della popolazione ligure continua ad avanzare: quali politiche mettere in pratica per mantenere i giovani sul territorio e per garantire assistenza adeguata agli anziani?
Attualmente la Liguria non ha politiche per i giovani da un lato e mancano le azioni per gli anziani dall’altro, basti pensare alle condizioni della sanità che gravano sui più anziani e su chi ha bisogno di cure. Senza innovazione e creazione di sviluppo i giovani non restano, per questo dobbiamo lavorare usando i fondi nazionali per portare nella nostra regione le migliori esperienze in fatto di transizione energetica e un rilancio delle infrastrutture con particolare propensione verso la logistica. Bisogna coniugare servizi e sanità con novità nell’occupazione.
La Liguria è una regione fragile che ha bisogno di attenzioni mirate per i rischi idrogeologici, per la costa e per le criticità delle aree interne, quali sono le proposte Pd su questo fronte e quali politiche territoriali dell’attuale giunta non condividete?
Nei giorni scorsi in consiglio regionale il Partito Democratico ha fatto una battaglia per evitare che fosse approvato il nuovo regolamento dei piani di bacino che prevede la possibilità di costruire anche nelle zone p3 (ex zone rosse). Abbiamo portato come proposta quanto emergeva dalle valutazioni fatte dall’Università: si tratta di zone dove è possibile che ci siano 70cm di fango con una velocità di un metro al secondo, che andrebbe quindi a trascinare via le persone. Costruire in queste aree è una follia. Quindi credo serva evitare di continuare a cementificare e iniziare ad usare le risorse per azioni contro il dissesto idrogeologico, ma anche per l’agricoltura affinché venga incoraggiato il mantenimento del territorio e per far sì che gli abitanti si occupino delle aree rurali.
Turismo e difficile viabilità, un binomio che non sempre funziona: una situazione critica che registriamo ogni anno in particolare durante l’estate, quali sono le proposte su questo?
Crediamo che questo sia un punto su cui fare proposte strutturate, già da ora però possiamo dire di volere il potenziamento del trasporto collettivo, che sia su gomma, su ferrovia o per mare. Troppe zone sono congestionate mentre altre sono completamente isolate o difficili da raggiungere, specialmente nell’entroterra. Manca un progetto complessivo che invogli il turista a rimanere qualche giorno in Liguria scoprendo anche le aree meno conosciute e le peculiarità enogastronomiche e andando a creare un maggiore equilibrio all’interno della Regione.