"Facendo seguito all'impegno assunto pubblicamente durante il convegno promosso da APE-Confedilizia e svoltosi a Chiavari il 26 giugno scorso, ho depositato quest'oggi una mozione da discutere in Consiglio Regionale sul tema degli affitti brevi, della tutela della proprietà edilizia e delle misure a sostegno dei contratti abitativi stabili, con la quale chiedo al presidente Giovanni Toti e alla Giunta di sollevare la questione in Conferenza Stato-Regioni, affinché si trovino soluzioni equilibrate e non demagogiche. Il problema della mancanza di abitazioni in affitto, che tocca da vicino molti cittadini ed in particolare le coppie giovani e le persone con reddito medio-basso, non si risolve infatti con la demonizzazione delle locazioni brevi ad uso turistico, ma con provvedimenti che, tutelando i legittimi diritti dei proprietari edilizi e la libertà del mercato, possano favorire scelte che diano risposte sociali al bisogno di contratti abitativi stabili, rendendo più appetibile e remunerativo per i proprietari affittare gli immobili sfitti, destinandoli a contratti di locazione di lungo periodo ed incentivando ulteriormente le locazioni a canone concordato". E' quanto dichiara il consigliere regionale Claudio Muzio, capogruppo di Forza Italia.
"Il tema del fabbisogno abitativo e delle difficoltà ad accedere all'affitto di una casa – spiega Muzio – rappresenta certamente una delle principali sfide sociali che il nostro Paese si trova ad affrontare. Ma proprio in ragione della sua portata la questione richiede a tutti i livelli, in primis quello nazionale, risposte serie, giuridicamente sostenibili e scevre da approcci populistici. In particolare, queste risposte devono trarre solidamente la propria ragione d'essere dai principi fondamentali del diritto, tra i quali il rispetto della proprietà privata e del suo libero utilizzo".
Secondo il capogruppo di Forza Italia "l'idea che una delle cause, se non l'unica, all'origine della carenza di abitazioni in affitto sia il proliferare delle locazioni brevi ad uso turistico, che per alcuni andrebbero fortemente limitate con leggi restrittive, è viziata da pregiudizio ideologico, perché non considera in primis il fatto che il settore è da diversi anni oggetto di regolamentazione a livello nazionale, regionale e comunale, e poi che le abitazioni immesse nel circuito degli affitti brevi (circa 640.000) costituiscono una piccola parte delle seconde o terze case non utilizzate come abitazioni principali (9,5 milioni) e soltanto l'1,7% sul totale delle abitazioni italiane. Inoltre si omette di dire che la possibilità di usare appartamenti privati per affitti brevi costituisce un segmento di libero mercato che contribuisce a dare risposta alla forte domanda di ricettività turistica, oltre che un'opportunità di crescita economica (11 miliardi di ricavi previsti per il 2023, con un indotto sul PIL di ulteriori 44 miliardi)".
"Le ragioni principali della mancanza di case in affitto – sottolinea ancora Muzio - sono in realtà da individuarsi in altri fattori, tra i quali le criticità della normativa nazionale per ciò che riguarda la tutela dei legittimi diritti dei proprietari in caso di morosità del locatario, la scarsità di case di edilizia residenziale pubblica accessibili alle giovani coppie e alle persone con reddito medio-basso, la mancanza di forti incentivi che favoriscano le locazioni a lungo termine. E' su questi fattori che occorre agire. Fare la crociata contro gli affitti brevi non risolve il problema, anche perché non è detto che divieti e limiti garantiscano che le case vengano comunque immesse nel mercato degli affitti a lungo termine", conclude.