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Sanità a rischio, le proposte del candidato Renzo Guccinelli In evidenza

di Marina Lombardi – 4 proposte sulla sanità e contro la privatizzazione.

A fronte delle imminenti elezioni amministrative il candidato a Sindaco Renzo Guccinelli ha esposto le sue proposte sul tema della sanità, in particolare per la salvaguardia dell’ospedale San Bartolomeo di Sarzana.

“È una situazione drammatica, e non sono solo io a dirlo, ma anche le associazioni che difendono i diritti del malato, le organizzazioni sindacali, i sindacati dei pensionati, gli operatori sanitari - ha dichiarato Guccinelli – c’è una situazione in cui il Felettino non lo abbiamo, il Sant’Andrea è distrutto e il San Bartolomeo è vuoto. Una situazione che è sul punto del non ritorno”.

“Quello che è rimasto è grazie alla volontà degli operatori sanitari. Dire queste cose significa soltanto dire la situazione reale con la quale devono fare i conti i cittadini tutte le mattine” afferma il candidato, proponendo anche un incontro “faccia a faccia” sui temi della sanità e della salute pubblica.

Richiamando l’attenzione alla scorsa conferenza tenutasi nella Sala della Repubblica, per fare il punto sulla sanità pubblica a Sarzana riguardo il nuovo piano sociosanitario regionale, organizzata dalle associazioni attive su vari fonti, tra cui Movimento per la Sanità Locale, Rete Ambiente Altro Turismo, Acqua Bene Comune, No biodigestore Saliceti, propone quindi quattro proposte da mettere in atto subito.

“Quali sono le 4 cose che farei il giorno dopo essere eletto sindaco sul tema della sanità?”

1)    Contrastare ogni processo di privatizzazione, mettendo in campo il comune, insieme agli altri comuni, per porre con forza il fatto che la sanità deve rimanere pubblica. Occorre fermare in tutti i modi un lento ma inesorabile avanzamento di un processo di privatizzazione che in questa regione e in questa Asl è venuta avanti. La sanità non è soltanto cura, ma anche prevenzione, cosa di cui il privato non si occupa.  

2)    Battermi per contrastare il disegno di legge sulla sanità, lavorando concretamente affinché il San Bartolomeo resti un presidio sanitario pubblico e che torni a svolgere a pieno funzioni rispondenti a quelli che sono i bisogni dei cittadini. Il progetto in atto vede la costituzione di 510 posti letto per l’ospedale della Spezia, che prevede un piano per cui 16 milioni l’anno dovrebbero essere dati al privato per la costruzione. Se questo disegno va avanti non c’è personale, né soldi per mantenere l’ospedale di Sarzana, e si svolgerebbe quindi una sua progressiva privatizzazione.

3)    Pretendere che la conferenza dei sindaci faccia un approfondimento sulle prospettive del sistema sanitario della nostra provincia. La giunta regionale ha presentato un piano socio-sanitario regionale dove il San Bartolomeo viene definito “un ospedale di base distrettuale a forte integrazione con il territorio per le specialità presenti”, qualcosa di molto difficile da interpretare. Pretendere quindi una discussione sul piano socio-sanitario regionale e pretendere una modifica di questo, riaffermando che all’ospedale di Sarzana devono rimanere le funzioni essenziali, dal pronto soccorso, alla rianimazione (che oggi non c’è più), alle funzioni di base e poi diventare un polo specialistico, in modo tale che si integri al sistema sanitario provinciale e allo stesso tempo che possa svolgere una funzione di richiamo dei cittadini ed utenti di un territorio più vasto.

4)    Coinvolgere nelle decisioni sul sistema sanitario il mondo che ne è interessato: le associazioni che si battono su questi temi, le organizzazioni sindacali, gli operatori della sanità, i cittadini".

In conclusione, lancia un messaggio ai cittadini che vogliano proporre delle soluzioni, delle strade da percorrere e premendo sulla questione dell’integrazione tra la sanità e il mondo sociale.  

 

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