Guardate la foto. Anzi le foto. Sono state scattate in diretta dal computer con cui eravamo in videocollegamento con i lavori del consiglio comunale del 16 gennaio.
In entrambi gli schieramenti, opposizione e maggioranza, non c’è una persona che stia ad ascoltare chi sta parlando, non c’è una persona minimamente interessata a capire, a comprendere. Ad ascoltare.
Certo, le riunioni del consiglio non sono così frizzanti come un balletto del Crazy Horse o adrenaliniche come un film di Dario Argento.
Certo, a volte, anzi spesso (per non dire sempre) si sa sempre in anticipo dove andrà a parare l’oratore di turno, scontato e prevedibile nelle sue posizioni preannunciate.
Certo, gli impegni di assessori e consiglieri sono tanti e gravosi, motivo per cui devono costantemente tenersi aggiornati con il mondo social, quasi che quello vero non esistesse più…
Certo, si è trattato di un solo momento, ma poi…
Tutto vero.
Non vogliamo demonizzare assessori e consiglieri perché questo viziaccio di non ascoltare gli altri quando si tiene in mano quella potentissima arma di evasione e di sempiterno collegamento con chissà chi (le ultime notizie, la chat degli amici, il video virale, la pagina facebook che è necessario tenere aggiornata in real time…) non è una prerogativa dei politici.Succede in tutti i convegni (fateci caso), nelle riunioni in azienda, nei briefing commerciali. E a volte purtroppo anche in famiglia, magari mentre si cena a tavola tutti insieme ma ognuno perso dietro ai socialfatti suoi…
Si sta perdendo il gusto dell’ascolto, del coinvolgimento, dell’”ausculto” dell’altro, del suo cuore, della sua voce, della sua intelligenza. Dei suoi concetti, magari per contrastarli ma sapendo quello che ha detto.
E allora ci permettiamo di dare un modesto consiglio ai nostri consiglieri e assessori (ma, se permettete, anche a tutti quelli con il vizietto del non ascolto): ogni tanto, in alcune occasioni di incontro e di scambio con gli altri (consigli comunali, convegni, cene, riunioni…) mettete, mettiamo, a nanna il telefonino.D’altronde l’altra sera in consiglio comunale lor signori dovevano votare e decidere.
Per decidere dovevano conoscere.
Per conoscere dovevano capire.
Per capire dovevano ascoltare.Per ascoltare dovevano fare silenzio e stare attenti all’oratore di turno.
E allora, davvero, la proposta: dopo le città “de-nuclearizzate” (amarcord…) creiamo un consiglio comunale… de-cellularizzato.
Almeno per quelle tre ore! Una bella scatola a centro tavolo e ognuno, entrando in consiglio, ci lasci il suo telefonino!