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La Spezia, Toti: "Ripartiamo dai territori per trasformare la nostra buona amministrazione in un'offerta politica concreta" In evidenza

 Un incontro avvenuto questa mattina alla Spezia, presso l'auditorium della biblioteca Beghi, fra Giovanni Toti, gli amministratori locali e i dirigenti della lista.

Ripartire, anzi continuare, da dove tutto è iniziato. Quindi dal territorio spezzino, che è stato il punto di contatto tra Giovanni Toti e i cittadini della Liguria, ma anche e soprattutto dal lavoro che hanno fatto e stanno facendo i tanti amministratori locali.


È questo lo spirito dell'incontro avvenuto questa mattina alla Spezia, presso l'auditorium della biblioteca Beghi, fra lo stesso Giovanni Toti, gli amministratori locali e i dirigenti della lista. Il risultato è stato una sala piena con sindaci, consiglieri comunali ed esponenti del mondo civico: il primo confronto di questo tipo dopo il voto delle passate elezioni politiche. Presenti, fra gli altri, Giacomo Giampedrone, Manuela Gagliardi, Pierluigi Peracchini e Cristina Ponzanelli. Ha moderato i lavori Loris Figoli, coordinatore provinciale della lista.


L'appuntamento di oggi è stato fortemente voluto per valutare insieme l'esito del voto, per confrontarsi e individuare le cause di un risultato insoddisfacente, con spirito costruttivo e propositivo. E l'obiettivo è stato centrato in pieno, visto che tutti hanno puntato sull'importanza di valorizzare e riscoprire lo stretto collegamento tra enti locali e territorio. Due elezioni ravvicinate come le comunali di giugno e le politiche di settembre hanno messo in evidenza, soprattutto la grande fiducia che i cittadini mostrano negli amministratori della Lista Toti, confermati pochi mesi fa con larga maggioranza.


La proposta innovativa e rivoluzionaria fatta da Toti alla Liguria è piaciuta subito ed è stata confermata alla prova dei fatti. Per questo nel corso dell'incontro è emersa la richiesta di declinare i temi e i progetti per il futuro del movimento nella provincia spezzina proprio sulla base di questa esperienza vincente.


Dalla Spezia è nato lo slancio iniziale della proposta di Toti, dove vinsero per primi Matteo Cozzani e Giacomo Giampedrone a Porto Venere e Ameglia, passando per l'importante risultato elettorale regionale dello stesso presidente Toti del 2015 (replicato nel 2020 con un risultato della lista sbalorditivo, il 23% di preferenze), sino ad arrivare alle prime inimmaginabili affermazioni nei Comuni della Spezia e Sarzana, per la prima volta guidati dai sindaci di centrodestra Pierluigi Peracchini (riconfermato pochi mesi fa alla guida della città) e Cristina Ponzanelli. Da qui è partita la svolta della Liguria, da qui arriva il messaggio di continuità di successi costruiti grazie a questa nuova classe di amministratori che intende andare avanti con progetti e concretezza per gli spezzini, sì, ma anche per tutti i liguri.

"La prova che abbiamo fatto nelle scorse elezioni politiche ha dimostrato come buone prestazioni amministrative messe insieme, fuse, come tanti buoni ingredienti messi in una pentola non è detto che pruducano una pietanza che gli elettori particolarmente apprezzino. Ancora una volta questo esperimento ci dice che mettere insieme queste esperienze amministrative anche forti in un progetto politico poco connotato non paga. Aggiungiamo pure lo spappolamento del voto nell'area politica di centro e otteniamo il mix che ha dimostrato come ancora in queste elezioni nazionali il polo moderato non fosse protagonista, né in termini di agenda politica né in termini di numeri - ha commentato il presidente Toti - E quindi cosa si deve fare? Bisogna ripartire dall'inizio del percorso, come quando si scivola. In Regione Liguria abbiamo costruito un movimento politico molto forte, solido, fondato però su base amministrativa.

Questo deve diventare un movimento che ha i suoi connotati anche politici, deve essere capace, noi dobbiamo essere capaci, di trasformare la buona azione amministrativa di tanti sindaci, di tanti assessori, del presidente di Regione, in un'offerta politica da congiungere a quella dei nostri alleati. Quindi per il futuro bisogna capire se c'è la volontà di dividere la nostra azione amministrativa da un'azione politica certamente a suo supporto ma che abbia una sua personalità distinta. Quindi io prevedo una serie di assemblee programmatiche sul territorio e una riflessione sulla nostra classe dirigente che deve comunque allargarsi per trovare una identità di più ampio respiro".

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