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"Esterno notte", proiezione con dibattitto organizzata dall’Unione di Centro

"Per evidenziare la distorsione dei fatti, in una narrazione non di certo utile, per fare trasparire una verità non ancora conosciuta".

Sono andato l’altra sera al cinema Nuovo per vedere la prima parte del film ”Esterno Notte” sotto la regia del prestigioso Bellocchio, con possibile candidatura di pregio al festival di Cannes. Il mio interesse era quello di verificare, come un autorevole rappresentante della cultura temporanea, descrive quegli anni di fuoco provocati dal terrorismo.

L’intento dell’autore, tuttavia non quello di condannare le Brigate Rosse, magari solo di ridicolizzarle nel momento in cui mostrava che erano sufficienti venti miliardi di lire per rilasciare l’ostaggio, ma di denigrare ingiustamente i massimi rappresentanti delle nostre istituzioni, con aneddoti fantasiosi, di cui non si ha nessun riscontro nei fatti. Eppur l’autore della narrazione vuole precisare nel finale che i personaggi non hanno riferimento con fatti realmente accaduti!

Tuttavia nello spettatore riesce a trasmettere una certa avversione verso la dirigenza D.C. al Governo, in quanto fa apparire il timore delle reazioni dei nostri alleati di oltre oceano, per aver salvato Aldo Moro e che veniva tenuto nascosto, come vuole fare intendere la pellicola all’inizio della proiezione. 

L’intenzione è di colpire l’immagine di due istituzioni: la Chiesa e il partito della maggioranza del Governo la Democrazia Cristiana.

Come si può immaginare che una persona dello spessore culturale di Paolo VI possa chiedere ad uno dei suoi collaboratori di sollevare il drappo per mostrare la montagna di denaro pervenuto, legato in mazzette. Una forma allusiva di presentare il denaro necessario per pagare il riscatto del Presidente della D.C. Una immagine che invita lo spettatore a lecite illusioni sulla provenienza.

Il compito poi a Toni Servillo, interprete del Papa è anche di spiegare che il pagamento del riscatto non sarebbe stato un precedente di ostilità nei confronti dello Stato Italiano,  restio alla trattativa per non riconoscere lo status di guerra conclamato dai brigatisti.

Mi sembra evidente che se ciò lo avesse fatto pure indirettamente il Vaticano, pur con atteggiamento guidato e premurosamente riservato, il gesto non sarebbe passato inosservato, ma avrebbe avuto un impatto ancora più eclatante almeno per svilire la fermezza a respingere ogni forma di trattativa da parte dello Stato. 

Ci sembra che i fatti abbiano poi dimostrato che non esisteva una buona strada  sotterranea per la trattativa della liberazione di Aldo Moro, in quanto i sequestratori non erano più le persone in grado di decidere sulla vita del Presidente della Democrazia Cristiana.

Rimane l’intento ed il pretesto come già avvenuto in passato, dalla pubblicistica contemporanea, di colpire la Democrazia Cristiana con i suoi più prestigiosi dirigenti addossandole le responsabilità politiche della crisi istituzionale di un Paese che si deve considerare non ancora superata.

Le maggioranze instabili di quel periodo sono le stesse di oggi, il sistema inadeguato proporzionale divenuto maggioritario e poi di nuovo proporzionale, dimostra che le maggioranze di Governo si fanno sulla concordia nei programmi e non in funzione del tipo di regole adottate dal gioco democratico.

Oggi è cresciuta la frammentazione politica, prolifera il trasformismo dettato dalle singole convenienze del momento.

Un sistema democratico disgregato, che qualche volta ha lasciato spazio ad altre istituzioni interne, più agguerrite pronte a sostituire il vuoto lasciato dagli organi elettivi, uscendo a volte dalla cornice dei poteri sanciti dalla costituzione.

A dire il vero il film così come concepito merita una forte riflessione critica per smentire immagini così come sono state rappresentante.

Sono queste le ragioni che l’Unione di Centro invita la città a vedere insieme Martedì 31 Maggio alle ore 18 la proiezione per evidenziare in un successivo dibattito, la distorsione dei fatti, in una narrazione non di certo utile, per fare trasparire una verità non ancora conosciuta.


Loriano Isolabella   

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