E’ noto che le amministrazioni che nel corso degli anni si sono avvicendate alla guida della Città, salvo la parentesi rappresentata da GianLuigi Burrafato che chiuse la centrale per il mancato rispetto di norme ambientali, si sono sempre dimostrate subalterne alle decisioni del colosso elettrico e alle lobby che ne hanno governato scelte ed investimenti.
Pierluigi Peracchini, durante tutto il suo mandato, si è caratterizzato per un atteggiamento ondivago: prima a favore, poi contro, poi di nuovo a favore, poi ancora contro, a seconda degli ordini che arrivavano da Genova o alle pressioni dei membri della sua maggioranza.
Nessuno ha mai affrontato il tema Enel con il giusto pragmatismo, partendo dal fatto che è una società la cui produzione è d’interesse nazionale ma che, attraverso le sue controllate, svolge attività di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica e gas nella Penisola iberica, in America Latina tramite Enel Américas, in Marocco e in Russia attraverso Enel Russia, che quindi ogni sua scelta ha una ripercussione sui parametri generali che vanno a determinarne quotazioni sul mercato azionario ed eventuale opportunità di acquisizioni sul mercato globale di produzione e vendita di energia.
L’Enel ha chiuso il 2021 con un utile netto ordinario aumentato del 7,6%, passando da 5,2 miliardi a 5,59 miliardi di euro rispetto all’anno precedente.
Alla luce di queste considerazioni è chiaro che la presenza dell’Enel alla Spezia, cessata l’attività di produzione alimentata a carbone, che nel corso di oltre cinquanta anni è costata la vita a migliaia di persone, così come dimostrano le ben più elevate percentuali di tumori alle vie respiratorie riscontrate nel territorio rispetto ad altri, deve cogliere le opportunità di investimenti per ricerca di nuove fonti di produzione energetica a impatto zero.
L’area dove sono ubicate la centrale e le sue servitù sono un patrimonio prezioso della collettività, ma rimangono di proprietà dell’azienda. Solo un rapporto costruttivo tra l’amministrazione e la società, la condivisione di obiettivi comuni e strategie, può portare a trasformare la presenza dell’Enel alla Spezia da problema a risorsa. Il tutto anche alla luce delle normative in vigore che impongono alle grandi società di redigere un bilancio di sostenibilità che abbia come obiettivo quello di informare gli stakeholder dei risultati economici, sociali e ambientali generati dalla azienda nello svolgimento delle proprie attività.
Pensiamo quindi ad investimenti capaci di ripensare completamente la presenza dell’azienda a Vallegrande, in grado di stimolare l’avvio di un grande incubatore di ricerca tecnologica al servizio, non solo della produzione elettrica, ma anche del risparmio energetico declinato anche sull’economia del mare da cui Spezia troverebbe indubbi vantaggi sia in termini economici che di qualità della vita.
Nanni Grazzini
candidato sindaco