Accompagnati dai rappresentati sindacali e muniti di cartelli eloquenti (“Senza lavoro non c'è futuro”; “OSS La Spezia bomba sociale e ora rivotateli”), gli ex OSS di Coopservice non rientrati nel concorso bandito dalla Regione e i lavoratori dell'indotto Enel, privi di certezze su proprio futuro, si sono presentati numerosi al primo piano di Palazzo Civico ed hanno occupato lo spazio della sala del Consiglio comunale riservato al pubblico, ancor prima che si aprisse la seduta, la penultima della consiliatura.
L'ordine del giorno è stato fatto slittare e, prima di dare inizio ai lavori programmati, una delegazione dei sindacati e di ambedue le categorie di lavoratori in mobilitazione è stata ricevuta ed ascoltata dalla conferenza dei capigruppo.
L'esito è stato un documento unitario, redatto da maggioranza ed opposizione, e poi votato dall'aula all'unanimità, che impegna il sindaco e la giunta “a richiedere tempestivamente a Regione ed Asl 5 di individuare e concretizzare -con la massima urgenza e rapidità – qualunque percorso idoneo a garantire la piena salvaguardia occupazionale di tutti gli Oss rimasti esclusi dalla procedura concorsuale (si tratta di 120 lavoratori)”.
La seduta è poi proseguita secondo la normale calendarizzazione.
Con 15 voti a favore, 12 astenuti e nessun voto contrario è stata approvata la delibera riguardante “l'adozione dell'aggiornamento della classificazione acustica comunale e il rapporto preliminare di assoggettabilità a VAS”.
Poi si è passati alla votazione, a scrutinio segreto, per l'elezione del Collegio dei Revisori per il triennio che va dall'1 maggio 2022 al 30 aprile 2025. Con 17 voti e 9 schede bianche il nome scelto dall'aula è quello di Marco Rossi, che diventa quindi il Presidente del Collegio. I componenti dello stesso sono Rodolfo Gillana e Silvia Blancardi, di nomina di competenza della Prefettura.
Il prossimo punto all'ordine del giorno era l'approvazione del rendiconto della gestione d'esercizio 2021. La delibera è stata illustrata dall'Assessore al Bilancio Peserico, poi si è passati alla votazione, dalla quale è emerso, però, che i votanti erano solo 19. In aula non c'era più il numero legale. Da regolamento la seduta viene sospesa e riconvocata dopo 10 minuti per un nuovo appello. Quando l'appello è stato fatto, i consiglieri presenti in aula erano 26: il numero legale per proseguire c'era, la delibera è stata votata (con appello nominale perchè il sistema automatico non funzionava) ed è passata con 17 voti a favore e 9 contro.
Ma non è stato proprio tutto così tranquillo. La tensione, palpabile in aula, ha trovato “sfogo” nel rimprovero del Presidente del Consiglio comunale Giulio Guerri al consigliere Raffaelli: “Si metta la mascherina e non importuni il Segretario. E' l'ulima volta che la redarguisco, si deve ripettare il segretario” e nell'intervento dello stesso esponente del PD.
Chiamato a presentare la propria mozione, ultimo punto all'ordine del giorno, Raffaelli ha dichiarato: “Non intervengo per presentare la mozione perchè ha poco senso continuare questa seduta. Avete passato i 5 anni in opposizione a chiedere ligio rispetto per il reglamento e vi è stato dato. Mai, da quando siedo in quest'aula, ci si è permessi di stiracchiare il regolamento e le tempistiche del regolamento a proprio uso e consumo. Inoltre, parte degli uffici di fronte al siparietto messo in atto si è permesso di shignazzare per l'esito che si è avuto. Il testo della mozione lo avete letto, se volete concederci di votarla fatelo, altrimenti per me comunque la seduta non ha senso dopo il siparietto che avete fatto”.
Il senso di queste parole lo spiega più ampiamente lo stesso Raffaelli, in un post che ha pubblicato sul suo profilo Facebook questa mattina: "[...] Manca il numero legale e la seduta va deserta. Evidentemente nel centrodestra ci sono problemi. Il Regolamento impone un secondo appello, che sarebbe dovuto partire alle 23:53 (10 minuti dopo la fine del primo appello). Allo scoccare dell’ora, nonostante molti di noi invitassero il Presidente Guerri ad iniziare la chiamata, questo tergiversava, mentre il Sindaco e la Maggioranza erano visibilmente in panico.
Il siparietto è andato avanti diverso tempo, tanto che l’appello è partito circa 6/7 minuti in ritardo, rispetto a quanto stabilito dal Regolamento. Il tempo giusto per permettere ad un Consigliere di Maggioranza di manifestarsi in Aula e raggiungere così il numero legale. Tutto ciò avveniva mentre qualcuno della Segreteria Generale del Comune si permetteva anche di sghignazzare.
Se ieri sera il Regolamento fosse stato rispettato, e quindi il Presidente del Consiglio avesse cominciato l’appello puntualmente, la seduta sarebbe andata deserta e non si sarebbe votato il bilancio consuntivo, a causa di un centrodestra a brandelli. Le conseguenze sarebbero state quelle dello scioglimento del Consiglio Comunale da parte del Prefetto, che avrebbe poi nominato un Commissario Straordinario per portare avanti l’ordinaria amministrazione [...]".