Nanni Grazzini prende ancora un po' di tempo e per sciogliere la riserva sulla propria candidura a sindaco della Spezia alle amministrative di giugno dà appuntamento alla prossima settimana.
“Ci sono prima alcune situazioni di lavoro che devo risolvere: se scelgo di candidarmi devo avere la tranquillità di aver prima sistemato tutto su questo fronte. Sono un imprenditore e ci sono contratti da rispettare e prima ancora di quelli c'è la parola data”: spiega così il candidato in pectore Nanni Grazzini l'attesa per dare il carattere di ufficialità alla sua candidatura.
Una ufficialità che poteva essere erroneamente ritenuta tale leggendo il comunicato uscito ieri a firma Buona Destra. Grazzini ringrazia, ma prende le distanze: “Mi fanno molto piacere le loro parole, che denotano stima e fiducia nei miei confronti, e li ringrazio, ma se mi candido lo farò senza alcun simbolo di partito. Io non sarò il candidato di nessuna formazione: la mia sarà una candidatura realmente civica. Li ringrazio, ma vado avanti senza nessuna etichetta”.
Se, come sembra probabile, la prossima settimana l'imprenditore, molto noto agli spezzini anche per essere stato Presidente dello Spezia Calcio, deciderà di aggiungere il proprio nome a quelli in corsa per diventare il prossimo sindaco della Spezia, lo farà, quindi, con una lista che avrà il proprio nome e che, anticipa, “sarà formata da imprenditori, professionisti e cittadini che non sono politici di professione. Largo spazio voglio che abbiano i giovani. Io voglio dare ai ragazzi una iniezione di fiducia: se io sono diventato quello che sono oggi è stato grazie alla voglia di emergere e di tradurre i miei sogni in realtà; voglio dire ai ragazzi che questo è possibile, che possono realizzare i loro sogni”.
“La mia lista sarà eterogenea e rappresenterà tutte quelle persone che mi hanno spinto a candidarmi – aggiunge Grazzini, e racconta – Se oggi sto pensando di scendere in campo in prima persona è perchè ho ricevuto una lettera, firmata da persone di ogni estrazione sociale, cultura e orientamento politico, che mi hanno chiesto di candidarmi, una lettera che, non lo nascondo mi ha fatto commuovere”.
Una candidatura che sarebbe, condizionale ancora d'obbligo, contrapposta a quella del sindaco uscente Pierluigi Peracchini nel senso più complessivo e possibile del termine, ovvero non solo nei contenuti, ma anche nel "modus operandi".
“Io sarei un sindaco “fuori dal Comune”- così si definirebbe lo stesso Grazzini – nel duplice senso che ha questo slogan, ovvero atipico per la mia storia personale, ma anche fuori dal comune in senso letterale: io non starei chiuso a Palazzo Civico a lavorare 24 ore su 24, ma andrei fuori, a tessere contatti, a toccare i problemi con mano e ad afrontarli in prima persona e delegherei parte del lavoro ai miei Assessori. La Giunta deve essere una squadra e, come in ogni squadra, ognuno deve avere il suo ruolo e giocare, non stare in panchina”.