“L’attuale fascia di rispetto contro le emissioni acustiche del porto spezzino è costata circa 5 milioni di euro ma risulta inadeguata, non essendo altro che un inutile muro. Interrogata in merito alle emissioni rumorose e all’attuale fascia, la Giunta regionale si è sostanzialmente barricata dietro la presunta mancanza di una normativa”.
Lo dichiara il consigliere regionale del M5S Paolo Ugolini, che oggi in Aula ha chiesto agli assessori regionali competenti se ritengano necessario promuovere, insieme con tutte le autorità, una valutazione del danno alla salute della popolazione in modo indipendente per ogni sorgente di rumore e per ogni effetto nocivo secondo la Direttiva (UE) 2020/367 relativa alla definizione di metodi; e se ritengano necessario impegnare l’Autorità di Sistema Portuale del Mar ligure orientale a utilizzare parte dei fondi PNRR per l’ambientalizzazione del porto di La Spezia e rivedere l'attuale fascia di rispetto.
“Le giustificazioni degli assessori non ci convincono - spiega il pentastellato - poiché a noi risulta che il mese scorso sia entrata in vigore in Italia la normativa europea che valuta gli impatti sulla salute delle emissioni rumorose da attività diverse, comprese quelle delle infrastrutture per la mobilità terrestre e marittima. Contestualmente, ci risulta che non è stato fatto quasi nulla se non un parziale sistema di monitoraggio del rumore del porto spezzino, incompleto e comunicato in modo poco trasparente”.
“Il primo intervento dovrebbe essere quello di rivedere la parziale e insufficiente fascia di rispetto attuale, totalmente inadeguata per tutelare la salute e la qualità della vita dei cittadini del levante spezzino, ma costata come ben sappiamo svariati milioni di euro”, conclude Ugolini.