La vicenda della chat con messaggi inequivocabilmente fascisti e xenofobi scritti da un consigliere di FDI non aggiunge niente di nuovo alla desolante storia di una maggioranza consiliare e a una giunta distintesi sin dal loro insediamento per alcune manifestazioni di pensiero inaccettabili.
La questione in essere consta nel fatto che è proprio in seno alla propria maggioranza, peraltro sempre più scricchiolante e traballante, il luogo dove Peracchini dovrebbe cercare il Giuda che ha inviato le veline al Fatto Quotidiano, e fare un chiarimento in Consiglio Comunale prendendo tutte le distanze opportune da quei messaggi e del consigliere, mentre sarebbe opportuno che Umberto Maria Costantini rassegnasse le dimissioni.
Episodi non nuovi, figli del dilettantismo politico e della mancanza di valori che non dovrebbero mai accostarsi a chi riveste ruoli pubblici, si sono rivelati troppe volte nel corso di questa sciagurata consiliatura; chi potrà mai scordare il consigliere di Forza Italia salito alle cronache nazionali per un commento xenofobo pubblicato su Tripadvoisor riguardo una cameriera di un ristorante inidonea a suo parere a vestire abiti folkloristici altoatesini perché di pelle nera? E' Lo stesso consigliere che si distinse successivamente per aver accusato una professoressa del Liceo Mazzini, che in occasione della Giornata della Memoria aveva parlato di valori come tolleranza e integrazione, di essere moralmente correa con i suoi ideali a quegli immigrati autori del barbaro omicidio di Pamela Mastropietro.
L'elenco degli episodi disdicevoli che hanno visto protagonisti esponenti di centro destra è piuttosto nutrito, ma l'apice venne raggiunto quando un esponente locale di Casapound chiese al comune l'auditorium della Biblioteca Beghi per la presentazione di un libro di un editore dichiaratamente fascista: di fronte alle proteste della minoranza, delle associazioni e dei partiti antifascisti, Peracchini prima tentennò e prese tempo trincerandosi nel silenzio, poi spostò l'incontro nel più neutro, ma non per questo motivo accettabile, auditorium della Mediateca Regionale di via Firenze.
Quella stessa maggioranza che da allora ha sempre fatto quadrato attorno ai protagonisti di questi squallidi episodi, e che giunse a criticare il parroco di Nostra Signora della Scorza quando suonò a stormo le campane della sua chiesa - che durante la guerra aveva nascosto e protetto ebrei e partigiani - mentre in Mediateca era in corso la presentazione di quel libro, ora nasconde una serpe che per fini di mera utilità politica sta mettendo a nudo una vicenda imbarazzante per il sindaco, passando veline a un giornale non di certo amico della destra. Giornale con una linea editoriale improntata sul giustizialismo e sul sensazionalismo giudiziario di cui non abbiamo assolutamente bisogno, ma a cui, pur essendo distante anni luce dal nostro modo di intendere la giustizia, non possiamo che dare ragione nella sostanza dai fatti esposti.
In questo clima da basso impero, che non ci ha risparmiato episodi grotteschi e moralmente inaccettabili, volge al termine il mandato di Peracchini, che sarà ricordato per la sua nullità politica e per la totale subalternità a Toti, nulla di più.
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