"Era il 24 gennaio del 1979, io non ero ancora nato; le Brigate Rosse uccisero Guido Rossa, Compagno del PCI, sindacalista", così in una nota Matteo Bellegoni segretario regionale Liguria PCI.
"Guido Rossa era un comunista. Non era solo un "sindacalista", ne solo un "cittadino contro le BR" come ci si limita a dire oggi nelle rare occasioni in cui si parla di lui.
Non si può comprendere o, peggio, isolare la sua scelta al di fuori del contesto complessivo di tutte le lotte allora sostenute e degli obiettivi di fondo che richiamavano, ne dal suo carattere collettivo ovvero come singolo momento di una scelta e di un impegno che erano di grandi masse.
Nessuno deve tentare di appropriarsi della figura e della vita del compagno Guido Rossa snaturandola o speculando su di essa.
Egli ha passato la sua vita nel PCI e non ha mai mostrato dubbi su questa scelta fino a dare la vita, come tante altre e altri, proprio per il suo Partito.
Non cerchino di strumentalizzarlo politicanti ed avventurieri odierni, ruffiani e starnazzanti, che non avrebbero mai avuto il suo coraggio e la sua coerenza.
Guido Rossa, non da solo, testimonia la diversità di classe dei Comunisti che non ha a che fare in alcun modo con cialtroni e carrieristi, vili ed omertosi che popolano oggi la fauna politica anche in quella pseudo sinistra che, di fatto, si è rivelata la tomba della sinistra stessa.
Non è questa risma di gente che può parlare di lui: che si condividano o meno le sue scelte, egli rappresenta un tipo di umanità diversa.
Un vero Partito Comunista non può che onorare la sua memoria senza riserve ne distinzioni da tutti gli altri caduti: tutti loro sono la gloria della nostra storia e la speranza per il nostro futuro.
Mio padre, alla sua morte, assieme ad altri Compagni, volle, fortemente, intitolargli la sezione del Partito Comunista Italiano del quartiere Grisei di Sarzana.
Lo volle fortemente per rimarcare quanto i Comunisti fossero contro il terrorismo e dalla parte della Costituzione.
Di quella sezione conservo gelosamente una bandiera rossa, ricamata, bellissima, di mio padre. Ogni tanto la stringo tra le mani, ne "assaporo" l'essenza.
Guido Rossa, i Comunisti, i Compagni come mio padre sono punti di riferimento, sono parte della nostra storia.
È di questa grande storia che non accetta ipocrisie, qualunquismo e giustizia a metà di cui dobbiamo andare orgogliosi e di cui non dobbiamo mai perdere memoria per poter superare qualsiasi ostacolo e per lavorare alla ricostruzione di un "tessuto" morale e culturale, di un Partito Comunista degno che, come allora, possa contribuire a regalare un futuro migliore a lavoratori, a meno abbienti, al nostro Paese".