"Sembra improbabile, ma dopo che l'emendamento è stato respinto con le dovute spiegazioni, la sinistra ha avvertito il bisogno di tornare sulla questione, sottolineando che 'Non si è voluto guardare al futuro ma si è voluto ancorare la Liguria al passato'. - spiega ancora la consigliera arancione - 'Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire', verrebbe da dire, perché la questione è abbastanza chiara e non avrebbe bisogno di ulteriori spiegazioni rispetto a quelle che sono già state fornite. Se la coalizione di centrosinistra fa riferimento al futuro della centrale a turbogas della Spezia, sappiamo bene che non spetta certo alla Regione esprimersi in maniera vincolante, ma è una scelta di carattere politico nazionale, come già ribadito a più riprese dal ministro Cingolani in Parlamento. Inoltre esiste un Piano Energetico che prevede che una delle cinque centrali a turbogas di continuità che rimarranno nel nostro Paese sia situata alla Spezia. Ovviamente è importante ribadire come il parere del presidente Giovanni Toti, a tal proposito, sia già stato espresso e sia negativo e coincidente con quello del sindaco Peracchini e del territorio spezzino nella sua interezza".
"Questo non toglie che la competenza sia interamente del Governo, che decide cosa bisogna fare in materia di politica energetica nazionale e dispone di tutti gli strumenti necessari per superare le obiezioni che possono provenire dal territorio. - conclude Menini - Visto che l'emendamento presentato dall'opposizione non parlava nello specifico della centrale a turbogas della Spezia, viene da pensare che fosse solo un tentativo di sviare gli occhi da quello che il Pd ha fatto negli anni a questo territorio, ma come i consiglieri di centrosinistra ben sanno, i cittadini liguri non hanno il prosciutto sugli occhi e sanno distinguere chi lavora nel loro interesse da chi invece deve sottostare a logiche politiche che nulla hanno a che fare con le istanze locali".