"Nel primo anno in cui dobbiamo affrontare gli investimenti del Pnrr, l'uscita dalla pandemia e il consolidamento della ripresa economica del Paese, le misure che mette in campo la giunta sono per gran parte misure di ordinaria amministrazione, senza interventi straordinari su quelle che sono le grandi criticità - lavoro, salute, ambiente, giovani -. E' un piano che manca di coraggio e non punta al rilancio della Liguria, ma si limita alla gestione", premettono il consigliere regionale del Partito Democratico Armando Sanna, relatore di minoranza per il bilancio, e il capogruppo Luca Garibaldi, dopo la presentazione del bilancio 2022 da parte di Toti.
"Servono iniziative strutturali sul lavoro e la sicurezza sul lavoro. Non si fa cenno al contrasto alle delocalizzazioni, e non è stato pensato un piano per mettere a frutto le risorse del Pnrr con una vera e propria politica industriale, che in questa Regione manca da troppo tempo.
Per quanto riguarda la sanità, nel momento in cui dobbiamo affrontare il ritorno alla normalità registriamo che il piano Restart non sta funzionando, il recupero delle liste di attesa e degli screening è fermo, come è ferma la rete della medicina territoriale e dell'assistenza. Anche su questo il bilancio non aggiunge nulla di nuovo. Invece serve un nuovo piano sociosanitario regionale che consenta di decidere non solo dove collocare gli ospedali e dove costituire la rete ospedaliera, ma come costruire un nuovo modello di assistenza.
Nella Regione con maggiore emigrazione giovanile, che ogni due anni perde 30 mila ragazzi, servono azioni straordinarie, perché venga garantito un futuro ai giovani in Liguria, sia da un punto di vista di incentivi per l'occupazione sia nell'offerta formativa e l'inserimento nel mondo del lavoro. Mentre le misure per incentivare l'occupazione femminile e giovanile dovrebbero essere inserite utilizzando tutte le risorse che il Pnrr prevede. Sull'utilizzo di questi fondi fra l'altro, manca una cabina di regia e un investimento straordinario sulla progettazione: serve costituire un fondo progetti per il Pnrr per far sì che ogni centesimo che la nostra Regione può avere lo ottenga, mettendo anche i piccoli comuni nelle condizioni di poter sostenere una progettazione. Perché il Pnrr è fatto per ridurre le disuguaglianze e non per aumentarle.
Manca coraggio anche sulla politica ambientale, non c'è ancora un piano energetico regionale e gli investimenti per una reale transizione ecologica a partire dalla costituzione delle comunità energetiche.
Poco spazio anche alla scuola con una proposta che si limita solo a una parziale messa in sicurezza degli edifici, invece servono investimenti su percorsi formativi che aiutano i giovani a trovare la loro strada e formarsi anche in prospettiva dell'ingresso nel mondo del lavoro Non dimentichiamo che siamo la Regione che ha un numero di neet pari a quanti frequentano l'università.
"La sfida di quest'anno - concludono - non è di chiudere un bilancio come negli anni passati, ma dare un'idea di Liguria in crescita e non ferma. Non è solo il bilancio che fa questo, ma il bilancio dà una direzione, che ad oggi vediamo arriva con troppa timidezza e contraddizioni. Nelle prossime ore presenteremo una serie di proposte per cercare di mettere al centro del bilancio le priorità che mancano per lo sviluppo della nostra Regione".