"A parole Peracchini si fa vanto delle potenzialità turistiche del nostro territorio, ma con i fatti si è dimostrato totalmente inaffidabile venendo meno agli accordi con le associazioni di categoria e gli operatori locali del settore”.
Lo affermano Guido Melley (LeAli a Spezia), Marco Raffaelli (Partito democratico), Donatella Del Turco (M5S), Federica Pecunia (Italia Viva), Lorenzo Forcieri (Avanti insieme), Paolo Manfredini (Partito socialista), Massimo Lombardi (Spezia bene comune) e Luigi Liguori (Spezia bella forte unita), che continuano: “Lo abbiamo denunciato più volte. Il Sindaco e la Giunta hanno sfruttato il volano turistico del triennio pre Covid incamerando milioni di euro della tassa di soggiorno, che è stata considerevolmente aumentata ad inizio mandato, agendo sulle tasche dei turisti senza timori di sorta. Il Comune ha incassato cifre crescenti sino allo scoppio dell’epidemia, senza garantire gli investimenti ed i servizi aggiuntivi a favore del comparto, a partire dal progetto DMO tanto decantato e poi abbandonato al suo destino per la manifesta incapacità di fare rete di questa amministrazione".
"Ma ora siamo arrivati ad un punto senza ritorno - concludono i gruppi di opposizione - Le rappresentanze del settore turistico locale ieri hanno fatto saltare il tavolo di concertazione previsto dagli stessi accordi regionali sul Turismo in aperta contestazione nei confronti del Sindaco, per non aver assunto una posizione chiara sulla destinazione dei proventi dell’imposta di soggiorno del 2021 e del prossimo periodo. Un atto di accusa senza precedenti che ha rivelato quello che diciamo da tempo: di Peracchini non si fida più nessuno, a partire da parti importanti della sua originaria maggioranza politica, per arrivare a tantissimi cittadini sfiduciati dalle tante mancate promesse e per finire allo stesso mondo imprenditoriale".