Riceviamo e pubblichiamo la nota di Giacomo Peserico, Assessore al Bilancio del Comune della Spezia:
"I numeri del bilancio spesso non suscitano un immediato e facile interesse, ma non avere i conti a posto può portare al commissariamento di un ente e in tal caso i primi a rimetterci sono proprio i cittadini. L'imposizione fiscale viene portata al massimo consentito dalla legge e, quando questo non basta, si passa al taglio sia dei servizi sia degli investimenti per contenere i costi. Non perderò mai occasione per rivendicare quanto fatto a tal proposito da parte della giunta Peracchini che ha evitato al Comune della Spezia il rischio di un dissesto finanziario.
Abbiamo ricevuto un bilancio in salute da chi ci ha preceduto? Assolutamente no, anzi i conti presentavano criticità evidenti, che proverò a spiegare. Dal 2007 al 2017 se da un alto il Comune della Spezia aveva ridotto l'indebitamento da 80 a 45 milioni di euro, dall'altro non aveva, però, affrontato in modo risolutivo il problema dei crediti di dubbia esigibilità (CDE). Tra le entrate a bilancio, infatti, risultavano esserci troppi crediti vecchi (multe, tasse, canoni di locazione etc. etc. non pagati) con possibilità quasi nulle di essere riscossi.
Nel 2015 le novità normative hanno imposto anche al Comune della Spezia di dover prendere in considerazione questa criticità. Emerse una situazione molto complicata per il nostro Comune che risultò essere in disavanzo per circa 14 milioni di euro. Nel fare ciò, però, nonostante la raccomandazione da parte della della Corte dei Conti nel 2016, fu utilizzato un metodo di calcolo semplificato anziché quello ordinario con conseguente disavanzo sottostimato.
Cosa ha fatto la giunta Peracchini? Non appena insediata nel 2017 ha affrontato questa criticità di petto, mettendo il bilancio in sicurezza. Come ha fatto? Ha promosso una lotta all'evasione spingendo sul recupero delle morosità con ottimi risulti fino ai primi mesi del 2020 quando a causa della pandemia la riscossione coattiva è stata sospesa per legge.
Nel 2019 ha poi effettuato un nuovo accertamento straordinario dei CDE utilizzando il metodo di calcolo ordinario come previsto dalla normativa ed è stato fissato il valore reale del disavanzo a circa 22 mln di euro. L'obiettivo della messa in sicurezza del bilancio è stato raggiunto, ma questa operazione non è stata indolore. Fino al 2044 ogni anno il nostro Comune dovrà destinare circa 1,1 milioni di euro al recupero del disavanzo anziché spenderli in strade, marciapiedi e scuole.
L'aver accumulato troppi CDE, fatto causato da una passata inefficace azione di recupero delle morosità, comporta anche che ogni anno dobbiamo accantonare alcuni milioni euro (più di sei nel 2021) che quindi vanno ad aumentare le finanze che non possono essere spese per servizi e per opere pubbliche a favore dei cittadini.
In fine la condizione di ente in disavanzo non consente nemmeno di poter utilizzare l'avanzo di amministrazione dell'anno precedente. Significa che dei 3,8 mln di euro avanzati nel 2020 il Comune della Spezia nel 2021 può utilizzare solamente 1,1 milioni di euro. La differenza va ad accelerare il recupero del disavanzo di 22 milioni.
Di fatto un comune in disavanzo ha meno soldi da spendere rispetto agli altri. Pertanto è vero che si deve guardare avanti, ma al tempo stesso chiunque governi il nostro Comune fino al 2044 dovrà fare i conti con il passato, con chi ha accumulato una montagna di crediti di dubbia esigibilità".