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Puc, secondo +Europa non servono incarichi a professionisti ma partecipazione dei cittadini

La proposta, che si basa su un cambio totale di "mentalità".

 

Appena eletto il nuovo sindaco sono stato in Comune a chiedere un patrocinio per sviluppare la mia nuova piattaforma, Scenariubani, tutt’ora in fase di sperimentazione e completamento.
Trattasi di un modello di social urbano aperto a tutti dove poter studiare la storia della nostra città e proporre idee su come vorremmo che fosse un domani, tutti insieme appunto, come nella logica di un social. Mi venne detto che c'era bisogno di qualcosa di più immediato, e non di medio-lungo termine.

Voglio dire che avevo proposto un nuovo metodo di analisi del territorio senza dover scomodare nessuno, dalle caratteristiche “Botton-up” molto intelligente, una formula innovativa che permetterebbe in futuro a Sindaci e a pianificatori pubblici di prendere spunto dalle idee dei cittadini piuttosto che dare incarichi gratuiti a professionisti del luogo per riempire quel famoso “vuoto urbanistico” di cui parla il consigliere Melley.

Sono d'accordo con lui sul no al modello del raddoppio dei volumi che serviva durante gli anni del boom economico e del raddoppio delle famiglie, tante famiglie in più, tanto volume in più. Oggi è cambiato lo scenario, si devono fare operazioni di diverso tipo, sulle infrastrutture e su altri settori economici e di sviluppo. Lo scopo è creare le condizioni, cioè una base, su cui sviluppare l’economia spezzina in modo sostenibile e per tutti i cittadini, direi piuttosto il recupero e l’efficientamento energetico e sismico degli edifici o eventualmente, proprio se serve, il trasferimento di volume.
Ma soprattutto le strategie per il futuro della città come per esempio il Waterfront, l’area ex Enel, ex Ip.

Per quanto riguarda incarico al professionista c'è da dire che l'esperienza del mio collega in materia urbanistica è fuori discussione, dico solo che si usano metodi vecchi, per gente vecchia, che ripete all’infinito gli stessi schemi mentali e le stesse dinamiche, che non aprono mai ai giovani e alle nuove esperienze. Quando sono stato a parlare in Comune mi sembrava di non essere ascoltato, soprattutto ho avuto l'impressione che ci fossero accordi politici pregressi.

Quindi come puoi parlare a persone così “Vecchio stile” di cose nuove, di un nuovo approccio alla materia che cresca di pari passo all’utilizzo di nuovi sistemi informatici, soprattutto come puoi parlare di innovare un settore che non è ancora riuscito a bilanciare il rapporto tra politica e tecnica.
Si dovrebbe quindi ipotizzare l'utilizzo di uno strumento che possa essere utilizzato da un consiglio comunale, dove le persone, i cittadini, privatamente e liberamente si esprimono e pubblicano il loro materiale e idee da mettere in atto sul nostro territorio, è ovvio che ci deve essere sempre un riferimento tecnico adeguato, ma la sorgente è la cittadinanza ed eventuali stakeholders che portano le proprie iniziative, sarebbe un confronto partecipativo integrato e naturale, privo di interessi di nessuna parte politica, od eventualmente di tutte le parti politiche.

Come Più Europa siamo dell'idea che le questioni del Puc, avendo valenze pubbliche molto importanti, non possano essere nelle mani di un singolo professionista, ma dobbiamo dire anche che senza nuovi strumenti ripeteremo per sempre all’infinito gli stessi schemi.
Per esempio sulla citata questione di qualche tempo fa al Canaletto, la levata di scudi di una certa parte della cittadinanza, che giustamente faceva notare come l’approccio su manufatti e la storia del nostro territorio non fosse idoneo, arriva sempre a giochi fatti, dopo che i procedimenti autorizzativi, sentiti tutti i livelli di competenza sono stati espletati. Quindi a quel punto ogni rimostranza rimane velleitaria.

Arch. G. Paladini
Più Europa Più La Spezia

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