Il dato duro, pesante, che emerge dalle decisioni ministeriali riguardo alla centrale Eugenio Montale è il seguente: fino a quando non sarà pronta una nuova centrale a gas, proseguirà la produzione di elettricità attraverso il carbone, quindi oltre la fatidica data del 31/12/2021.
Dunque non solo La Spezia continuerà a vedere vincolata un'area strategica essenziale per uno sviluppo economico fondato su una radicale svolta qualitativa, ma, in aggiunta, continuerà a subire l'inquinamento da carbon fossile. Con questa scelta il Ministero compromette il futuro degli spezzini sia dal punto di vista economico, sia da quello della salute.
Il nostro golfo si sobbarcherebbe il passaggio della produzione energetica dal carbone al gas naturale: vale a dire grande consumo di territorio con scarsissima ricaduta occupazionale, ottenuta con tecnologia obsoleta. Mentre nel resto d’Europa e del mondo si sta pensando all’idrogeno e ad altri combustibili puliti, a Spezia siamo ancora al carbone! Come nell’ottocento!
Chiediamo con forza al Sindaco della Spezia ed al Presidente della provincia di chiedere un incontro urgente a nome dell’intero consiglio comunale, con il ministro competente al fine di bloccare questa decisione. La centrale a carbone deve essere demolita e l'area destinata ad ospitare attività produttive ad alto contenuto tecnologico ed ambientale. Il futuro della nostra città passa attraverso la green e smart economy: la sua posizione geografica, la presenza di un tessuto industriale altamente specializzato anche grazie al settore militare e a quello navale e nautico, ne fanno un luogo ideale per gli investitori.
E' ora di chiudere con una stagione in cui il nostro territorio è stato sempre sacrificato agli interessi energetici nazionali ed avviare un diverso modello di sviluppo, per i nostri cittadini, soprattutto per quelli più giovani a cui dobbiamo garantire un futuro diverso e migliore.
AvantInsieme - La Spezia