Le tensioni nella maggioranza che governa il nostro comune ci spingono ad intervenire, eccezionalmente, nel dibattito politico. Dopo due anni e mezzo di impegno nel contrastare il biodigestore a Saliceti per il trattamento di 90.000 tonnellate di rifiuti organici, necessario a coprire le deficienze impiantistiche della città metropolitana di Genova, lo sentiamo come un dovere. Invitiamo tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, a leggere il verbale della seconda seduta della Conferenza dei servizi. La Regione appare sempre più determinata ad approvare il progetto, sebbene sia in palese contrasto con lo stesso Piano d'ambito regionale sui rifiuti del 2018, piegandosi alle scelte di Iren. Citiamo un passaggio tratto dal parere del geologo della Regione.
Di fronte al possibile inquinamento della falda acquifera Re.Cos ha proposto la creazione di una "barriera idraulica" di pozzi dove far affluire l'acqua inquinata. Il funzionario della Regione però non si fida dell'efficacia della soluzione e propone una sonda a valle per dare l'allarme nel caso che l'inquinamento superi la barriera. E a quel punto? Non resta che chiudere i pozzi. Questo è il rischio che si impone alla nostra provincia all'insaputa del presidente Peracchini e di chi finge di non sapere. La caduta della giunta precluderebbe al Comune di Santo Stefano Magra l'arma del ricorso al Tar in caso di approvazione del progetto. Un commissario governerebbe, solo, l'ordinaria amministrazione. Perché invece di litigare non si guarda all'interesse dei cittadini? Cominciando, ad esempio, dai maggiori costi che dovrebbero pagare i contribuenti con la TARI per conferire i rifiuti organici: 105 euro a tonnellata invece degli 89 previsti nel contratto di servizio firmato da Iren solo tre anni fa? E pensate alla puzza: Arpal la valuterà 6 mesi dopo l'avvio dell'impianto e successivamente a cadenza triennale.
Quanto varranno a quel punto le nostre case frutto dei sacrifici di un'intera vita? Perché non chiedere conto al presidente della Provincia Peracchini della mancata applicazione del Piano d'area, del contratto di servizio sottoscritto da Iren nel 2017 che prevedeva un digestore da 26.000 tonnellate a Boscalino? Se avessero voluto chiudere in questo modo il ciclo dei rifiuti nella nostra provincia oggi sarebbe già chiuso! Se non si fosse consentito a Re.Cos di decidere il contrario.
Alle forze di opposizione che governano in Regione e in Provincia e che si sono sempre dichiarate contrarie al biodigestore a Saliceti chiediamo azioni decisive per fare in modo che il progetto venga respinto prima che si concluda la Conferenza dei servizi. Richiamiamo i partiti di maggioranza ad evitare inutili sfide e sterili dispute tra loro. In questo modo ribadiranno l'interesse per il bene della comunità, perché la posta in gioco è troppo alta.
Comitato No Biodigestore Saliceti