E quindi blaterano di strumentalizzazioni, di scorrettezze e di bugie, rivendicando la suprema, taumaturgica trasparenza della gara pubblica, che tutto legittima e tutto giustifica, anche il loro evidente disegno di demolire ogni realtà che avvertono di non poter egemonizzare ideologicamente o controllare clientelarmente.
Fanno finta di non capire che un conto è individuare l'aggiudicatario di uno spazio pubblico qualsiasi, secondo criteri economicistici rispetto ai quali la funzione sociale diviene accessoria, altra cosa è assegnare l'uso di uno spazio che da sempre (e da solo) esercita - anche supplendo alle manchevolezze del 'pubblico' - una insostituibile funzione di aggregazione, svago e formazione permanente per gli anziani della nostra Città.
Funzioni di interesse generale e pubblico, esercitate vicariamente allo stesso Comune, e delle quali nessuna gara pubblica aperta a chiunque potrà mai garantire l'efficace prosecuzione.
Questa Amministrazione di destra, che ricorre con una frequenza fin qui sconosciuta alle chiamate e agli affidamenti diretti in ogni campo della progettazione, dell'esecuzione e della gestione, in questo caso - facendosi scudo di un pretestuoso e strumentale formalismo - cerca di mettere in pratica una intollerabile 'pulizia etnica' sulla pelle dei nostri anziani.
La Città lo ha capito bene ed è scesa in piazza facendo appello a quello spirito di socialità, di solidarietà, di tolleranza e di accoglienza che gli attuali reggitori del Comune - ai quali i Sarzanesi hanno ormai preso le misure - non riusciranno mai a soffocare.
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