Mentre la scena dell'informazione, nazionale e locale, è quasi completamente occupata dall'emergenza della seconda ondata pandemica e dalle conseguenze economiche che da questa discendono, in questi mesi di crisi e difficoltà, si rischia vengano prese, in silenzio, decisioni che condizioneranno il futuro della città.
È il caso dei destini della centrale Enel di Vallegrande: dopo settimane di battibecchi e di rinfacci politici, di gare “a chi è più ecologico e verde” tra le parti politiche, di nuovo è sceso il silenzio sulla questione. Bisogna evitare che dopo il gioco delle parti, dopo, la “ampia ed accesa discussione politica” o, meglio, dopo il teatrino utile per far stringere a coorte i propri elettori e catturarne qualcun altro, scenda il silenzio perché così si lascia che le decisioni siano prese a livello nazionale: bisognava alzare un po' di polverone mediatico per far digerire il tutto, far sfogare l'opinione pubblica, affinché poi questa, stancatasi, rivolgesse i propri interessi verso altri temi, accettando il fatto compiuto.
Così, mentre il mondo occidentale compie scelte sempre più green, prevedendo, come fa la Gran Bretagna, di eliminare le auto con motore a scoppio entro il 2030, noi rischiamo di veder costruire una centrale turbogas, al posto della attuale a carbone. Una centrale di vecchio tipo che, anche se più piccola e meno inquinante, occuperà buona parte di un'area di cui la città avrebbe bisogno per il proprio futuro, condannandola alla marginalità economico produttiva. Semplicemente avremmo un passaggio dal carbone al metano, con la prospettiva di vedere anche un raddoppio del terminal di Panigaglia. Dunque, un futuro a bassa ed obsoleta tecnologia, minimo impiego di manodopera e poco specializzata, grande consumo di un territorio che ha altresì enormi possibilità di generare ricchezza e al contempo di restaurare, anche se parzialmente, la passata bellezza, dopo gli scempi paesaggistici compiuti in questi ultimi decenni.
La città ed il suo territorio circostante hanno pagato un prezzo altissimo per la produzione di energia per il fabbisogno nazionale; ora è il momento, ne siamo fermamente convinti, di cogliere l'occasione per progettare un futuro completamente differente; un futuro che passa anche e soprattutto per l'area di Vallegrande, dove, per le sue caratteristiche geografiche, per la sua vicinanza al porto ed ai sistemi viari nazionali, nonché grazie alla presenza sul nostro territorio di una tradizione industriale tecnologica altamente specializzata sorta in simbiosi con il settore militare, potrebbe essere insediato un polo industriale legato alle nuove tecnologie; un polo capace anche di integrarsi con lo sviluppo rivoluzionario che la nostra cantieristica sta avendo.
Noi proponemmo concretamente di offrire quell'area per la creazione di industrie per la mobilità green e molti ci presero in giro, definendoci utopisti e visionari. Gruppi internazionali, nel frattempo, hanno scelto il distretto motoristico di Modena per dar vita a ciò di cui noi parlavamo. Quello che fino a pochi anni fa sembrava proiettato in un futuro lontano è diventato all'improvviso presente: la crisi creata dalla pandemia COVID 19 ha aperto nuovi scenari, scombussolato ogni piano anche nel settore della mobilità e dei trasporti: il telelavoro, oggi necessità, potrà divenire la normalità per milioni di persone con enormi conseguenze sulla mobilità e la forma delle nuove città.
Non è pertanto sufficiente dire no al turbogas Enel: bisogna elaborare proposte alternative, concrete ed operative ed avere la determinazione e la capacità di offrirle sul mercato nazionale ed internazionale. Costringere Enel, se davvero è interessata a rimanere, ad investire anche alla Spezia in modo innovativo, come sta facendo in altre parti dell’Italia e del mondo.
Noi vogliamo una azione politica al servizio di grandi idee innovative, che sia capace di attrarre il nuovo alle proprie condizioni, non presentatosi, secondo tradizione, con il cappello in mano per ottenere una manciata di posti di lavoro e di favori da contrabbandare poi come una grande vittoria. Capacità progettuale innovativa, serietà e coraggio: di questo ha bisogno la città, di questo ha bisogno il Paese.
Direttivo AvantInsieme – Alleanza Civica Liguria