La provincia della Spezia ha il diritto di avere un moderno ospedale e lo avrebbe avuto a partire dal prossimo novembre se solo Toti e Viale avessero seguito i lavori con più attenzione.
Invece, come dimostrano i conti derivanti da una nostra interrogazione, sono soltanto stati capaci di spendere 22 milioni di euro per quella che oggi è una squallida spianata di fango e polvere.
Possiamo però parlare soltanto di negligenza o di scarsa capacità amministrativa?
A giudicare dalla delibera di ASL5 sul futuro del cantiere per il Nuovo Felettino pare proprio di no.
È forse più corretto, dunque, parlare di una strategia per sottrarre alla Sanità pubblica un ospedale visto che, per far ripartire i lavori, si fa esplicitamente riferimento ad un partenariato pubblico/privato.
La Giunta Burlando nel 2015 aveva predisposto un progetto e lo aveva finanziato con un piano economico interamente pubblico. Le risorse c'erano ed erano sufficienti. Non vi era alcun bisogno di privatizzare un bene della comunità.
Se tutto questo appare già di per sé grave, forse lo è ancor di più la parte che riguarda le specialità mediche che ospiterà il nuovo ospedale e i servizi che verranno erogati al cittadino.
Esiste una normativa nazionale in campo sanitario, il D.M. 70 del 2015 (Decreto Balduzzi), che in relazione al potenziale bacino di utenza di un territorio prescrive quali reparti è possibile installare in un ospedale per garantire sicurezza ed efficienza nelle prestazioni.
Pare che ASL5, senza alcun ragionamento, voglia seguire le prescrizioni del D.M. 70/2015 privando La Spezia di reparti fondamentali quali: geriatria, malattie infettive, pneumologia, neonatologia, nefrologia, chirurgia vascolare ed emodinamica.
Inaccettabile!
La norma ha una sua valenza tecnica ma il bacino d'utenza non può essere calcolato in maniera banale sul numero di abitanti che risiedono sul territorio di competenza di ASL5.
È necessario considerare l'intera Liguria e le condizioni della popolazione di riferimento. Siamo la regione più anziana d'Italia, che a sua volta ha l'età media più elevata d'Europa.
È chiaro, quindi, come non ci si possa privare della Geriatria. La Spezia, inoltre, è una provincia con alto tasso di malattie polmonari anche legate alla sua storia occupazionale. La cantieristica navale, con l'ingente uso di amianto negli anni passati, ha favorito asbestosi e mesotelioma pleurici. La ceramica che ha causato, specie in Val di Magra, alti tassi di silicosi. In un panorama, così, dunque non si può chiudere la pneumologia.
In tutto questo, poi, c'è l'emergenza COVID19 che è tutt'altro che conclusa.
L'integrazione tra le malattie infettive, la geriatria e la pneumologia, nella lotta al nuovo Coronavirus, è fondamentale.
Insomma: quello dell'Ospedale Felettino è un pasticcio che come forze di opposizione vogliamo chiarire, affrontare e risolvere.
Per questo Linea Condivisa e Partito Democratico chiederanno una commissione ad hoc per affrontare tutte le questioni legate ad un ospedale fondamentale per La Spezia e la Liguria.
Francesco Battistini e Gianni Pastorino
Linea Condivisa
Giovanni Lunardon e Pippo Rossetti
Partito Democratico